La Fimmg, la Federazione italiana medici di medicina generale, e la Croce Rossa Italiana, con la collaborazione della Fnomceo, la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, hanno siglato un protocollo d’intesa teso a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle aggressioni ai danni del personale sanitario, nell’ambito della campagna “Non sono un bersaglio”.
Il documento – firmato nella sede Fnomceo alla presenza di Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa, e di Silvestro Scotti, segretario generale nazionale della Fimmg – prevede attività di advocacy istituzionale congiunte, oltre alla creazione e al potenziamento del network associativo delle due parti.
“Solo otto regioni hanno messo in campo le raccomandazioni previste dal ministero in materia. Credo che la Puglia sia la regione in cui si sono registrati i casi più gravi, con 2 morti, insieme alla Campania che ha un alto numero di episodi. È un fenomeno anomalo, frutto di una società che ha perso i riferimenti valoriali e che non guarda più al medico come a un professionista della salute, ma come un funzionario dello Stato che gli permette o meno di accedere alle prestazioni sanitarie”, osserva Filippo Anelli, presidente Fnomceo.
“In questo momento – prosegue Anelli – chiediamo che sia approvato il disegno di legge attualmente al Senato che prevede l’aumento delle pene nei confronti dei cittadini violenti, oltre a un automatismo che consenta alla magistratura di intervenire senza aspettare che un medico o un operatore sporgano denuncia”. Tra i punti previsti nell’accordo quello di condividere le reciproche professionalità per attuare progetti, programmi e iniziative di sensibilizzazione sull’importanza delle attività di assistenza sanitaria e della tutela degli operatori.
“Le aggressioni al personale sanitario sono ormai diventate un’emergenza e non si può restare fermi a guardare. Per questo Fimmg e Croce Rossa hanno deciso di avviare una collaborazione importante per sensibilizzare, ognuna in base alle proprie competenze, su un tema così delicato e sentito dalla nostra categoria. Servono urgentemente leggi chiare e stringenti per arginare questo fenomeno preoccupante, che potrebbe sfociare presto in un vero e proprio allarme sociale”, afferma Silvestro Scotti, riflettendo sulla crescita di episodi che hanno coinvolto anche i medici di famiglia.
“Come auspicato e annunciato sin dal suo lancio, la vocazione di ‘Non sono un bersaglio’ è quella di essere veicolo di mobilitazione a livello nazionale di tutti gli attori del soccorso e della società civile. Dobbiamo riscrivere insieme le regole del gioco attraverso un lavoro di squadra, riaffermando la neutralità di chi soccorre. Ecco perché è molto importante il Protocollo con Fimmg: un ulteriore tassello verso la riconquista della dignità e dell’integrità dell’operatore sanitario”, ha detto Francesco Rocca, presidente nazionale della Croce Rossa Italiana.