Lotta Napoli-Inter continua con punto magico a separarle

La lotta fra Napoli e Inter continua con un punto magico a separarle, graranzia di spettacolo. Ma in un maggio effervescente salta fuori anche il Papa Romanista ad animare il gran finale del campionato. Stasera, all’Olimpico, non sarà protagonista Venditti ma Bob Prevost, l’Americano di Roma parte terza, dopo Gregory Peck e Alberto Sordi. Non c’è nulla di dissacrante in questa nota a margine delle partite, anzi una compiaciuta registrazione del riconoscimento al calcio d’essere un movimento popolare genuino. Ricordo che alla vigilia del Mondiale 98 il grande Raymond Aron scrisse sul “Figaro” un editoriale pregnante, “Il football oppio del popolo”, sostituendolo per l’occasione al tradizionale titolo “La religione oppio dei popoli”. A Roma si è compiuta la miracolosa fusione e con la benedizione di Leone l’oppio è diventato passione. Torniamo sulla terra prendendo subito nota dell’evento del sabato che non è la caduta del Bologna, un momento di debolezza perchè i rossoblù avevano trasferito la testa a Roma – sbagliando – dove li attende la finale di Coppa Italia. L’evento è l’inattesa rinascita del Milan che ha sorpreso i detrattori di Conceiçao e dei suoi ragazzi – molti bravissimi, a partire dal doppiettista Gimenez – svalutati anzitempo dai sempre presenti criticonzi ma soprattutto dall’esercito di opinionisti colti da radio e tv fra pedatori appiedati e tecnici mai vincenti.
Li ritrovo, questi in-competenti estemporanei anche sul fronte interista e napoletano che produce ancora pagine avvincenti del romanzo del campionato. L’Inter è stata dichiarata cotta dopo le sconfitte di Bologna e Roma, sovraccarica dopo il pareggissimo di Barcellona, estrema dopo il successo sui catalani. A Torino, ieri, si è rivista l’indomita Beneamata dei tempi andati (quella che io ho visto e applaudito insieme ad altri fortunati sopravvissuti): pur ridotta e priva del crak Lautaro per il turnover è riuscita a far fuori l’orgoglioso Torino sotto un nubifragio. L’ennesima prova positiva per la gran finale di Monaco di Baviera.
Al “Maradona”, pur fra obiettive difficoltà, riecco il Napoli senza paura, aggressivo e ambizioso, che esibisce il mitico Lukaku e il prezioso Raspadori nonostante l’orgoglioso contrasto dell’antico Genoa ringiovanito da Vieira e diventato improvvisamente prezioso alleato dell’Inter.
Anche se frenato dal pareggio di Vasquez dovuto a obiettiva stanchezza, Romelu risulta l’esemplare prodotto dell’incompetenza di addetti ai lavori che se lo giocano per amor di business. Spiegatemi perchè ogni squadra che ha goduto della sua generosa bravura l’ha sbolognato, da mezza Inghilterra – in particolare il Chelsea – all’Inter, alla Roma (compresa la Juve che lo voleva e l’ha lasciato al Napoli).
Forse è un problema trattare con mamma Adolphine sua manager? Beh, se ieri una donna ha festeggiato davvero la festa della mamma è stata lei, con il gol numero 13 del suo figliolone. Un gol da scudetto. Dedicato a Conte che crede davvero in lui. Adesso fra Napoli e Inter c’è solo un punto, la frenata degli azzurri risponde alle battute d’arresto dell’Inter. E i duellanti con le loro gesta ci terranno sulla corda fino in fondo. Ricorderemo un campionato eccellente. Da Papa.

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