Con rara intuizione, i calendaristi del campionato sono riusciti a inventarsi due domeniche emozionanti prima di farci godere un gran martedì europeo con una partitissima Champions come Inter-Barcellona. E’ tuttavia indiscutibile il fatto che le vicende della domenica vera – senza manovre da scudetto – sono state più emozionanti del sabato “domenicale” importante per il Napoli e l’Inter. Le Duellanti, proprio in vista del gran finale, hanno dato lezione di pragmatismo: il Napoli, spesso entusiasmante portatore dell’intensità di Conte, s’è accontentato di agguantare i tre punti spendendo la indiscutibile superiorità tecnica e la freschezza di Raspadori; l’Inter ammirata a Barcellona è stata scientemente declassata per riposarsi a costo di mortificare il campionato.
Ed ecco allora la domenica just facts, tutte emozioni, niente da buttare. E’ uscito di scena il Monza dopo questa terza disastrosa stagione di Serie A. Nesta, senza inventarsi spiegazioni banali, è andato al sodo: la sua squadra è sparita insieme a Berlusconi, restando senza il sorriso del Capo, senza la sua passione e la sua generosità: il calciobusiness l’ha schiantato. Per fortuna il calcio è l’amorosa Collina delle Favole che sostituisce al neofita Monza l’antico Pisa che nel ’22 gli aveva ceduto ai playoff. E il Pisa torna in A dopo 34 anni grazie a una splendida stagione di Pippo Inzaghi (1973), una delle più preziose “figurine” del calcio italiano che torna a rivaleggiare con il fratello Simone (1976), meno fortunato di lui sul campo – assolutamente più abile in panchina – alla vigilia di un favoloso Inter-Barcellona.
Ma è addirittura esplosiva la Zona Champions scaturita dalla preziosa vittoria della Roma sulla Fiorentina: la serie positiva di Ranieri – diciannove partite che non dirò mai miracolose ma solo risultato di straordinario lavoro, competenza tecnica e umana – ha messo in fila per un posto nella Grande Europa i giallorossi, scatenando un torneo supplementare con Atalanta, Juventus, Lazio e Bologna.
L’ultima bellezza di una sequenza clamorosa la partitissima di Bologna con la Juventus. Come se giocassero per la rispettiva storia: la Juve per mantenere a 27 anni fa l’ultima sconfitta con i rossoblù. E questi per cancellare quell’unica vittoria in 27 anni, un 3-0 di Paramatti, Signori e Fontolan dedicato da Carletto Mazzone alla Signora di Lippi. C’ero, in tribuna con Giacomino Bulgarelli, Gazzoni, Boniperti. E’ finita pari, 1 a 1. Spero di non dover attendere tanti altri anni per vedere una vittoria rossoblù. Non ho tantissimo tempo…
Inter e Napoli pragmatiche, zona Champions esplosiva
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