Si stringe l’assedio su Kiev, carri armati russi nelle strade

KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – Proseguono senza sosta, e molto lontano dalle telecamere dei media occidentali, le operazioni militari russe in Ucraina. Progressivamente, la morsa va stringendosi attorno alla capitale che potrebbe cadere a ore. L’avanzata non conosce ostacoli di rilievo, anche perché dall’Occidente arrivano solo aiuti economici di scarsissimo rilievo, poche decine di milioni di euro dai singoli Paesi. Il presidente Vladimir Zelensky ha gelato gli altri capi di Stato della Nato, quando in apertura della riunione di questo pomeriggio ha chiarito: “Questa potrebbe essere l’ultima volta che mi vedete vivo”. Parole che danno la misura di quanto sta realmente accadendo, al di là della guerra di proclami e annunci con cui per tutta la giornata i vertici militari russi e ucraino si sono rimbalzati responsabilità e accuse. Nel dettaglio delle operazioni, tra quelle certe c’è la presa dell’aeroporto di Gostomel, parte dei russi. Lo scalo si trova molto vicino a Kiev, e dopo oltre 24 ore di battaglia e oltre 200 morti ucraini, è ora diventato una cruciale base logistica dove convogliare armi e munizioni in vista dell’assedio. Per tutta la giornata si è combattuto anche a Oblolon, sponda occidentale del Dneper, il fiume lungo più di duemila chilometri, che taglia in due la capitale ucraina. Il sobborgo si trova a nord di Kiev, che ancora non è sotto assedio. Anche se, ripetutamente si sono sentiti colpi di armi echeggiare per le strade improvvisamente deserte, anche vicino ai palazzi governativi.

Il sindaco di Kiev, l’ex pugile Vitali Klitschko, ha chiesto ai suoi concittadini di segnalare ogni movimento sospetto, “siamo in modalità difensiva” ha detto. In città cresce la paranoia, specie dopo che un sedicente giornalista è stato fermato dall’esercito, e si è poi rivelato come una spia russa. Anche per questo, l’esercito invita caldamente gli ucraini a realizzare artigianalmente delle bombe Molotov per difendersi e sabotare i russi. Non solo, il Governo ha anche tolto tutti i limiti per i volontari dell’esercito, ora tutti possono diventare soldati. Ma chi li armerà e rifornirà di munizioni? Il Governo ha detto di avere a disposizione solo 10mila armi. Ecco allora che si moltiplicano gli appelli a non rivelare informazioni preziose, ad esempio è stato imposto di spegnere tutte le webcam sulle strade, una fonte primaria per i russi per conoscere i movimenti delle truppe di terra ucraine. Tra le storie eroiche del secondo giorno di battaglia, due spiccano.

In Crimea un ingegnere ha minato un ponte facendolo saltare, ben sapendo che sarebbe morto anche lui al momento della deflagrazione. C’è poi la vicenda della cosiddetta Isola dei serpenti nel Mar Nero, dove 13 soldati non si sono arresi e sono stati uccisi dal bombardamento di una nave russa, che li aveva avvertiti, ricevendo come risposta un “fottiti, nave russa”. A preoccupare l’esercito ucraino, sono però soprattutto i territori più lontani dalla capitale. Si spara e piovono missili grosso modo in tutte le province, e quasi sempre la resistenza ucraina dura solo qualche ora. Tra la prime a cadere stamane Chernihiv, si spara in continuazione a Charkiv, seconda città del Paese, a Odessa così come Mariupol. A Donetsk e Luhansk, territori separatisti, la progressione è inesorabile al ritmo di oltre dieci chilometri al giorno. A Chernobyl la centrale è in mani russe, con annesse polemiche sui livelli di radiazioni tornati a salire per la polvere sollevata dai soldati impegnati nell’assedio di ieri. Esplosioni anche a Leopoli, la più grande città nella parte più occidentale dell’Ucraina, dove migliaia di profughi passano in cerca di salvezza in Polonia, Slovacchia e Ungheria. Non si contano i profughi in Romania e Moldavia, con i treni stracolmi che intasano le stazioni di tutto il Paese.

Il cuore della guerra è però sempre più Kiev. Se i russi conquisteranno la capitale, sarà logico ipotizzare la rapida capitolazione del resto del Paese. Per ora le vittime civili sono poche, solo 25 secondo l’Onu, 57 secondo Zelensky. Questo perché quasi tutti gli obiettivi civili vengono evitati, ieri per errore è stato colpito un palazzo residenziale a Kiev, deserto poiché tutti gli inquilini erano nel rifugio sotto le cantine. E’ chiaro che se la guerra dovesse diventare guerriglia, il conto dei morti civili salirà. Sperare nella diplomazia è l’ultima possibilità per evitare il calvario di Kiev.

(ITALPRESS).

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