Amministrative, a Torino sfida incerta tra Lo Russo e Damilano

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TORINO (ITALPRESS) – Alla vigilia, quella di Torino era la sfida più attesa, e le previsioni sono state largamente centrate. Di qui al 18 ottobre sarà una battaglia per ogni preferenza tra Stefano Lo Russo e Paolo Damilano, con il primo avanti in maniera costante negli exit poll, nelle proiezioni e quando il 60% dei voti è stato scrutinato. Il debuttante candidato di centrodestra, era dato in vantaggio alla vigilia, ora si ritrova con 3-4 punti da rimontare. “Dobbiamo convincere gli elettori di centrodestra delle periferie a votare. Non ci alleiamo con nessuno, e puntiamo sull’ascolto delle persone, proprio come abbiamo fatto in questa lunga campagna elettorale” ha raccontato l’imprenditore torinese. Basterà? Possibile, perché Lega e Fratelli d’Italia si sono fermati poco sopra il 10%, confermando il teorema di Damilano, e possono aggiungere un 5-6% di voti.
Stefano Lo Russo ha sfiorato l’impresa. Testardo, ha sempre detto di no alle alleanze con il Movimento 5 Stelle, ha voluto e vinto le primarie e ora si trova in testa. Proprio come Piero Fassino, che cinque anni fa venne rimontato da Chiara Appendino.
“Apparentamenti no. L’abbiamo detto fin dal primo turno. Non ci sono esigenze, ma soprattutto noi amiamo la coerenza. In politica credo sia molto importante” ha dichiarato il geologo candidato del centrosinistra. “Sotto il profilo dei diritti, dell’ambiente e della lotta alle diseguaglianze ci siano punti di contatto con elettori che non ci hanno votati al primo turno e potranno farlo al secondo” aggiunge Lo Russo, lanciando un messaggio molto chiaro ai grillini.
Proprio il Movimento vive uno psicodramma in tutto simile a quello del centrosinistra nel 2016. La sconfitta era ampiamente nei piani, ma non raggiungere il 10%, 5% reale avendo votato un torinese su due, è un risultato che fotografa una crisi che solo Chiara Appendino si ostina a non vedere, ripetendo uno stanco mantra: “Se riduci il debito, non vinci le elezioni”. Parole che nemmeno Mario Monti arrivò a pronunciare, e che stonano con quelle di Giuseppe Conte che appena una settimana fa, insieme alla sindaca dal palco di piazza Solferino, si diceva certo di centrare il ballottaggio. “Nessun apparentamento” scandisce la candidata Valentina Sganga, che non indietreggia rispetto alla posizione tenuta in tutta la campagna elettorale. Eppure, i grillini andranno a votare, a cominciare dalla sindaca, che escludendo la scheda bianca, ha confermato che esprimerà una preferenza, senza però dare indicazioni pubbliche.
Se le pedine restano ferme, perché nessuno intende mutare alleanze e accordi, potrebbe essere la scacchiera a muoversi. Se in questo turno hanno votato 351 mila persone, pari alla popolazione maschile degli aventi diritto, al secondo turno in molti che stavolta sono rimasti a casa potrebbero andare ai seggi e viceversa. Un’elezione “carsica”, che sta per ora premiando la forza politica che più a lungo a governato Torino. Una restaurazione vicina a quella che Mario Draghi sta attuando a Palazzo Chigi, senza voli pindarici o promesse irrealizzabili. Una città al bivio, che tra due settimane dovrà cominciare un cammino tortuoso, ma certamente ampiamente definito dai fondi in arrivo dal Pnrr. Un favorito non c’è, sarà la vecchia politica del consenso a giocarla da padrone, con i possessori di blocchi di voti, che si faranno avanti. Di certo non sono emerse forze nuove, escludendo la Torino Bellissima di Damilano all’11%. Primo partito in città è il Pd, che sfiora il 30%, e stacca nettamente liste e candidati minori.
Nessuno arriva al 3%, soglia minima per entrare in consiglio. Dopo il ballottaggio, al vincitore andranno 24 seggi più quello del primo cittadino, allo sconfitto e al M5S gli altri 16 seggi. Addirittura, sotto l’1%, Paolo Alonge che con il suo 3V rappresentava No vax e No green pass.

Ecco i risultati definitivi del primo turno.

Sezioni sindaco: 919 / 919 – Sezioni consiglio: 919 / 919. Dati del ministero dell’Interno.

STEFANO LO RUSSO 140.189 voti – 43,86%

PAOLO DAMILANO 124.346 voti – 38,90%

VALENTINA SGANGA 28.785 voti – 9,01%

ANGELO D’ORSI 8.095 voti – 2,53%

UGO MATTEI 7.406 voti – 2,32%

IVANO FRANCESCO VERRA 2.677 voti – 0,84%

DAVIDE BETTI 2.241 voti – 0,70%

GIUSEPPINA DI CRISTINA 2.123 voti – 0,66%

PAOLO ALONGE 1.666 voti – 0,52%

ROBERTO SALERNO 910 voti – 0,28%

LORENZO MARIA VARALDO 545 voti – 0,17%

MASSIMO CHIESI 384 voti – 0,12%

EMILIO MAZZA 264 voti – 0,08%

(ITALPRESS).

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