ROMA (ITALPRESS) – Quando manca poco più di un mese alla celebrazione del 164° anniversario della propria fondazione, ricordando, come da tradizione, l’impresa di Premuda (10 giugno 1918), la Marina Militare traccia il bilancio delle attività del 2024 evidenziando, nel suo Rapporto annuale, con orgoglio, come tiene a sottolineare il Capo di Stato Maggiore della Forza Armata, ammiraglio Enrico Credendino, i punti di forza ma con la “consapevolezza che abbiamo tanto da lavorare per consolidare e far crescere ulteriormente la nostra rilevanza nel dominio marittimo”.
Nel dossier, pubblicato oggi, 5 maggio, viene sottolineato che il “2024 è stato per la Marina un anno record in termini quantitativi e qualitativi di attività operative svolte”: i numeri parlando di un impegno quotidiano di una media di trenta unità, pari a metà della flotta di prima linea.
“Il nostro impegno non si espleta per essere alla ricerca di questi record – viene riportato nell’editoriale dell’ammiraglio Credendino -. Questi numeri sono la naturale risposta alla situazione geopolitica, ai conflitti e alle crisi in atto, che comportano la necessità di sorvegliare, controllare e proteggere le aree sensibili del Mediterraneo allargato e anche oltre, per evitare che le minacce alla sicurezza si riverberino sul nostro Paese” come la minaccia potenziale che un’unità russa in Mediterraneo può rappresentare per il territorio italiano e per le infrastrutture critiche subacquee, o agli effetti reali che la crisi in Mar Rosso ha sulla nostra economia.
“A fronte di uno scenario così dinamico – scrive l’ammiraglio – abbiamo intensificato e rifocalizzato l’addestramento, adottando un vero e proprio cambio di mentalità nel perseguire il realismo attraverso la valorizzazione quotidiana dei ritorni dal campo, costituendo dei forum di confronto e sintesi anche insieme ai nostri partner con cui stiamo cooperando in Mar Rosso, in piena attinenza al paradigma del “train as you fight”.
Il Rapporto si concentra sugli eventi del 2024: l’anno è stato caratterizzato da due teatri di guerra che hanno pesantemente influenzato le aree di interesse dell’Italia e, in generale, si è distinto per dinamiche geopolitiche e strategiche connotate da una rapidità nei cambiamenti senza precedenti, competizione, instabilità e incertezza.
In tale situazione, la Marina ha focalizzato il proprio impegno per soddisfare esigenze imprescindibili quali: “Essere presenti in mare e nei teatri operativi, per non risultare esposti all’iniziativa altrui e proteggere gli interessi nazionali; preparare lo strumento aeronavale (sistemi d’arma, dotazioni, efficienza, equipaggiamenti, formazione, supporto, etc.) per essere pronti a fronteggiare il confronto militare ad alta intensità in tutti i domini e anticipare gli eventi piuttosto che inseguirli; addestrarci con il massimo realismo per essere rilevanti nel contrasto delle più attuali minacce, ecependo in modo adattivo i ritorni dal campo; incrementare le attività di cooperazione, perché nessuno può fare da solo. Siamo un Paese con oltre 8000 km di coste, posto al centro del Mediterraneo allargato, con un’economia fortemente legata al mare e alla dimensione subacquea, dove le infrastrutture critiche sono sempre più esposte a rischi”.
“Per rispondere alle sfide abbiamo accelerato la sperimentazione già in corso di alcune capacità e l’adattamento di altre – afferma Credendino -, esplorando ogni utile forma di sinergia con l’industria nazionale, alla quale abbiamo chiesto un improcrastinabile cambio di passo, sia per quanto riguarda la produzione di mezzi e munizionamento, sia nell’innovazione dei prodotti e dei relativi processi di realizzazione, affinché ciò che progettiamo e realizziamo possa recepire, in modo “adattivo” e nel minor tempo possibile, le esigenze dettate dallo scenario e dai ritorni dal campo, che sono sempre più dinamici e, per certi versi, imprevedibili. Sono tutti processi che hanno come comune denominatore la ricerca di soluzioni tecniche e organizzative che imprimono velocità ai processi, stimolano la capacità di adattarsi e riducono le frammentazioni: fare insieme e velocemente è la chiave di volta per mantenere l’iniziativa e la rilevanza”.
Tra gli avvenimenti chiave del 2024, si pone l’accento sull’ingresso nella Squadra Navale di Nave Trieste, “che per i prossimi decenni sarà l’elemento più qualificante della nostra capacità di proiezione, sempre più strategica in uno scenario che vede il Mediterraneo allargato quale realtà regionale – parte di una rete interdipendente – che genera effetti su scala mondiale: un Mediterraneo sempre più globale”.
In ossequio alle direttive del Ministro della Difesa, la Marina è stata presente contemporaneamente in tutti i quadranti del globo: il Vespucci fino a Capo Horn nell’estremo Sud; Nave Alliance fino alla latitudine 82 Nord nell’Oceano Artico; il Carrier Strike Group italiano in Australia e nell’Indo-Pacifico, insieme al Montecuccoli; Nave Carabiniere negli Stati Uniti in Oceano Atlantico.
A queste si aggiunge la continua presenza nel Golfo di Guinea, in Mediterraneo, dove è sempre più centrale la sorveglianza delle infrastrutture critiche subacquee (per scongiurare il ripetersi di sabotaggi come quelli avvenuti nel Mar Baltico) in Mar Rosso e nell’Oceano Indiano, in un contesto dove il confronto militare avviene a elevata intensità.
“Essere presenti al servizio del Paese, dove serve e quando serve, è una prerogativa di cui siamo orgogliosi – dice l’ammiraglio -. È il frutto di un lavoro di squadra che coinvolge componenti operative, logistiche, amministrative, tecniche e formative: parti integranti di un meccanismo complesso dove anche le cose che avvengono più silenziosamente sono essenziali”.
Tracciata, poi, la strada verso il futuro attraverso alcune direttrici quali il supporto al personale (trattamento economico, sostegno alla mobilità (alloggi e welfare per famiglie), incremento della qualità del lavoro e benessere organizzativo, lotta alla burocrazia e impulso alla digitalizzazione; la formazione e professionalizzazione con la valorizzazione dei talenti e aggiornamento circolare delle competenze del marinaio (specializzazioni, management, leadership); la promozione della cooperazione internazionale (obiettivo interscambiabilità con gli alleati, sinergie nello sviluppo delle capacità e contaminazione buone pratiche; impulso all’underwater (per la dimensione subacquea si pensa di aggregare eccellenze nazionali e mantenere l’iniziativa sul piano internazionale) per cui l’Italia ambisce ad una posizione rilevante in campo europeo; sinergia con l’industria per capitalizzare la tecnologia. “Fare insieme e velocemente – conclude il Capo di Stato Maggiore della Marina – è la chiave di volta per mantenere l’iniziativa e la rilevanza”.
– Foto IPA Agency –
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