DA QUI AL 26 MAGGIO NE VEDREMO DELLE BELLE…

Il principe Antonio De Curtis – diciamo Totò – la metteva giù pesante: “A volte è difficile fare la scelta giusta perchè o sei roso dai morsi della coscienza o da quelli della fame”. Il mio problema non è così grave e tuttavia mi richiama – come in questo caso – a una scelta non libera ma professionale: che partite di campionato vedere fra venerdì e lunedì? La domanda nasce dallo Spezzatino; una volta ti affacciavi alla domenica e dentro c’era tutto, dalla A alla Z. Adesso scelgo: beh, diciamo la Zona Scudetto. Bravo. E beccati Milan-Frosinone. Non critico le ambizioni delle squadre provinciali, a me più care della cosiddette Grandi; dico solo che è venuta fuori una velleitaria voglia di scudetto che sfiora il ridicolo. Quante sono a metà dicembre – prima del famigerato panettone – le candidate al tricolore? Inter, Milan, Napoli, se Motta va avanti così anche il Bologna; e perchè no la solida Atalanta o la scombiccherata Fiorentina. Da qui al 26 maggio 2024 ne vedremo delle belle… Ma c’è la Juventus che passa anche delle nottate prima in classifica e tuttavia, quando gioca con il Monza e lo batte, non dice che è una partita/scudetto. E Max Cortomuso precisa: “Puntiamo alla Zona Champions”. Una cinquantina di milioni di budget, fa capire il ragionier Allegri, e subito trasforma la Signora decadente in un apparato amministrativo – l’ho definita la Juve dei commercialisti – che ha uno scopo preciso, la Rinascita, contenitore di realtà anche crude, di volontà aziendali, di duro lavoro, di sentimenti avari, non di speranze o di sogni. Quasi una discendente dell’antica e cinica Signora Omicidi. L’ha precisato John Elkann, non pensa di vendere, vuole ancora vincere, come il cugino, lo zio, il nonno e mettiamoci anche i Padri Fondatori di Famiglia. Era il 24 luglio 1923 quando il giovane Edoardo Agnelli assunse la presidenza della società. E io per l’occasione dello storico centenario ho realizzato un bel libro sulla Vecchia Signora agnelliana e l’ho dedicato anche a Jaki, il quale ha ringraziato ed è finita lì. Qualche cerimonia, nessuna festa quando la squadra non vince e il club è assediato da giudici, avvocati, inquisitori sparsi, detrattori sciolti o a pacchetti. E’ così che il calcio di Allegri sta riconquistando il vertice, giocando per vincere con uno spirito nuovo – diciamo di sacrificio – lasciandosi alle spalle le scelte (quelle sì di incoscienza) di chi vendeva Dybala e cercava di liberarsi di Rabiot, che oggi è il capitano di una squadra di pirati forti e aggressivi. Se ci saranno nuove feste – chi può escluderlo, vista una squadra così – omaggeranno la Juventus 101, è sarà quella della carica, come nella favola. Ricordate i Dalmata? Hanno un leggiadro mantello bianconero…

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