PRESENTATO IL PROGETTO “PRIMED”

“La pace si promuove attraverso azioni concrete e per poter realizzare anche il dialogo interculturale, quindi introdurre questi antidoti rispetto al fenomeno del terrorismo, bisogna utilizzare la leva della cultura”. Così a Bari nella sede dell’Ateneo, il rettore dell’Università, Antonio Uricchio, presentando il progetto PriMED ‘Prevenzione e interazione nello spazio trans-mediterraneo’. “Oggi – ha detto Uricchio – presentiamo un progetto che valorizza le esperienze maturate e consente anche di collocarle in un contesto di forte collaborazione internazionale. Sono molti gli Atenei coinvolti dell’area mediterranea, della sponda Nord del Mediterraneo, marocchine, tunisine, egiziane che sono partecipi di questo progetto. Un motivo di particolare soddisfazione – ha spiegato – promuovere questa iniziativa scientifica che consente di valorizzare esperienze di tipo formativo e un impegno di carattere sociale. Si tratta – ha continuato Uricchio – di attività di formazione attraverso Master dedicati a operatori della Pubblica Amministrazione, oltre che a laureati”.
(ITALPRESS) – (SEGUE).

Le Università di Bari e LUM Jean Monnet di Casamassima, che sono tra gli Atenei ammessi al finanziamento del progetto per la “Costituzione di reti universitarie italiane in attuazione di accordi di cooperazione tra le università italiane e quelle di Stati aderenti all’organizzazione della cooperazione islamica”, svolgeranno corsi congiunti di Alta Formazione sulla mediazione interculturale, nonché sulla prevenzione e deradicalizzazione dei fenomeni terroristici di ispirazione religiosa. “Si tratta di promuovere occasioni di scambio – ha detto Uricchio – ma tutto attraverso un messaggio forte: il dialogo interculturale la valorizzazione dei diritti umani. Credo che l’accademia abbia una grande responsabilità, perché – ha concluso – è attore forte di un processo anche di valorizzazione del dialogo interculturale”. Obiettivo del progetto è comprendere la radicalizzazione, elaborare percorsi di deradicalizzazione (l’Università di Bari, come ha ricordato il rettore Uricchio, è stata la prima in Italia a proporre un Master sulla deradicalizzazione) e favorire l’integrazione interreligiosa.

“Questo progetto – ha detto Roberta Ricucci dell’Università di Torino coinvolta nel progetto – è una sfida non solo per i temi e i contenuti, ma anche per l’intreccio interdisciplinare. Siamo qui – ha spiegato – con i colleghi giuristi, ma nel progetto la formazione non sarà solo giuridica, perché accanto alle nozioni del diritto, ci sono competenze sociologiche, storiche, dell’area medica, che tutte insieme vogliono offrire un quadro coordinato e approfondito delle molteplici sfaccettature della realtà musulmana”. “L’attività – ha spiegato la professoressa Laura Sabrina Martucci dell’Università di Bari – durerà tre anni e sarà ricolta non solo alla formazione nelle Università, ma anche nelle scuole e post laurea a tutti coloro che quotidianamente hanno a che fare con il rischio radicalizzazione. Un progetto – ha concluso – che si propone di lavorare sul territorio in collegamento con le istituzioni territoriali, come la scuola, gli istituti carcerari. Speriamo di riuscire a realizzare delle attività che possano produrre risultati concreti sul campo”.

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