A BEBE VIO IL PREMIO “ETICA NELLO SPORT”

Va a Bebe Vio il premio “Tor Vergata – Etica nello sport”. Il riconoscimento, giunto alla sua sedicesima edizione, promosso dall’Università degli Studi di Roma Tor Vergata in collaborazione con il Movimento per l’Etica e la Cultura nello Sport (MECS), viene da sempre assegnato a personaggi di caratura nazionale e internazionale che si siano distinti nel proprio lavoro per correttezza, fair play e valori etici.

La commissione, presieduta dal rettore di Tor Vergata, Giuseppe Novelli, ha premiato, presso la facoltà di medicina e chirurgia, la schermitrice italiana per i suoi meriti sportivi e umani.

“E’ per me un grande onore aprire questo premio di etica dello sport, noi ci teniamo moltissimo. Tor Vergata si sta impegnando moltissimo per lo sport. Vogliamo azzerare le differenze perché la diversità è un valore, soprattutto quando ci viene da una persona come Bebe Vio, che oltre ad essere una campionessa affermata, è una testimonial di quello che unisce la scienza, la cultura e lo sport”, ha detto il rettore Giuseppe Novelli. 

“Lo sport è una delle cose più belle del mondo e sono fortunata di fare la cosa che mi piace di più. Faccio anche io l’università e mi impegno a fare tante cose. Se avete sei sogni e degli obiettivi non fatevi fermare da nessuno”, ha affermato Bebe Vio.

“Il mio augurio e’ quello che possiate impegnarvi in cio’ che volete fare e che vi piace”, ha aggiunto, e raccontando il momento in cui ha vinto l’oro dice: “E’ stato bellissimo, ma la cosa che mi ha piu’ emozionata è pensare quante persone ci sono dietro una medaglia cosi’ piccola. Non guardate mai chi vince ma chi abbraccia e piange con lui”.

“Celebrare i campioni non significa solo riconoscere i giusti meriti conquistati sul campo ma anche avere la capacità di guardare oltre i risultati, a una cultura che grazie al movimento paralimpico io chiamo una rivoluzione silenziosa che sta accadendo nel paese”, ha detto il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli.

“Con il movimento paralimpico stiamo portando alla ribalta ragazzi ai quali non è stato fatta altro che dare una opportunità di esprimersi con quelle che sono le loro abilità residue: è esattamente la metafora di quello che vorremmo avvenisse nel quotidiano. Siamo consapevoli che molti non potranno essere come i nostri campioni – ha aggiunto Pancalli – ma il mondo paralimpico e’ tutto ciò che sta sotto e ciò che realizziamo dando l’opportunita’ al maggior numero possibile di ragazzi”.

 

 

 

 

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