INCONTRO CON BOERI SUL SISTEMA DELLE PENSIONI

Si e’ tenuto presso l’Aula Magna della Facolta’ di Economia, il primo incontro del ciclo di Seminari su “L’economia italiana”, organizzato dal Dipartimento di Economia e Finanza, Facolta’ di Economia e Ceis “Tor Vergata”. “Problemi e prospettive del sistema previdenziale italiano” e’ stato il tema affrontato dal Presidente dell’Inps Tito Boeri, che ha parlato di una delle questioni ritenute piu’ rilevanti dagli italiani, ovvero la pensione. Molte le domande a cui l’economista ha cercato di dare una risposta: come funziona il sistema pensionistico? Come valutare la sostenibilita’ delle riforme pensionistiche? Che effetti hanno le regole sull’eta’ di pensionamento sul mercato del lavoro dei giovani? Come comunicare queste verita’ nel dibattito pubblico? Partendo dalla percezione del sistema pensionistico, come emersa dal Focus Group di Leiser del 2015, Boeri ha dimostrato come ci siano due modi di pensare alla pensione completamente sbagliati, perche’ non tengono conto del patto intergenerazionale e della natura mutualistica del sistema previdenziale. “L’equita’ intergenerazionale – ha affermato il Presidente dell’Inps – e’ uno dei pilasti fondamentali su cui si regge l’equilibrio del sistema pensionistico. Fino agli anni Settanta il debito pensionistico era limitato, quando poi sono stati introdotti provvedimenti che hanno di fatto sballato il sistema, con gravi ripercussioni sul debito pubblico. Le riforme, infatti, sono state fatte molto spesso per capitalizzare un consenso politico immediato, ma a lungo andare hanno avuto e hanno ancora costi molto alti. Esemplari, in questo senso, sono le “baby pensioni”: a tutt’oggi ogni anno quasi 4 miliardi di euro servono per pagare le pensioni a chi si e’ ritirato dal lavoro a meno di 50 anni negli anni Ottanta e Novanta. La riforma Fornero ha introdotto misure volte a limitare il debito pensionistico, posticipando l’uscita dal mondo del lavoro: nel breve periodo, a 3 anni dall’introduzione, questo ha avuto un effetto, seppur limitato, nell’assunzione di giovani (1 giovane in meno assunto per ogni 3 pensionati “bloccati”), ma le previsioni di lungo periodo dimostrano che non c’e’ spiazzamento fra l’occupazione degli adulti e il lavoro dei giovani”. Uno dei problemi fondamentali affrontati da Tito Boeri e’ stato il divario tra la realta’ del sistema pensionistico e la percezione che di questo ha l’opinione pubblica: “le persone sono convinte di capire appieno il funzionamento del sistema previdenziale, ma spesso non hanno gli strumenti per farlo. E’ fondamentale, in questo senso, non solo l’informazione ma anche e soprattutto una formazione approfondita. Da parte degli ‘addetti ai lavori’ e’ necessario rendere la materia piu’ facilmente comprensibile a tutti, trovando magari metafore maggiormente corrispondenti alla realta’ e usando un paternalismo che informa”. In conclusione l’economista ha sottolineato la dicotomia tra l’inevitabile allungamento della vita lavorativa e la volonta’ delle persone di andare in pensione il prima possibile: “bisognerebbe indicizzare le regole pensionistiche alla longevita’ e in questo senso spiegare il perche’ e’ necessario fare aggiustamenti, trovando anche il modo di comunicare queste verita’ nel dibattito pubblico”.

 

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