PROFESSORE SULPIZIO NEL TEAM RICERCA SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO

L’Università degli Studi di Bari conquista ancora una volta un posto tra le pagine della prestigiosa rivista Nature grazie ad uno studio sui cambiamenti climatici svolto da un team scientifico internazionale di cui fa parte il professore Roberto Sulpizio del  Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali.
L’articolo dal titolo “Mediterranean winter rainfall in phase with  African monsoons during the past 1.36 million years”, disponibile al  link: https://www.nature.com/articles/s41586-019-1529-0, è frutto di  un’importantissima ricerca volta a ottenere nuove informazioni  sull’età e l’origine del lago di Ohrid (Ocrida), sulla storia del clima nella Regione del Mediterraneo settentrionale e sulle ragioni dell’elevato grado di endemismo e biodiversità.
“Il lago di Ohrid – si legge nella nota – è uno dei maggiori laghi della penisola balcanica ed  è considerato uno dei più antichi della Terra e appartiene per circa due terzi alla Macedonia del Nord e per il resto all’Albania. Il lago, inoltre, è famoso per la sua eccezionale biodiversità, con oltre 300 specie animali e vegetali uniche al mondo” si legge nella nota.

“Il lavoro sul campo è cominciato nel 2013 ed è stato svolto all’interno dell’International Continental Drilling Program (ICDP). Del consorzio fanno parte la German Research Foundation (DFG), il Ministero tedesco dell’Istruzione e della Ricerca (BMBF), l’Università di Colonia e altri istituti di ricerca nazionali ed internazionali – continua la nota – Ci sono voluti cinque anni e l’uso di sofisticate tecnologie di perforazione per analizzare i nuclei dei sedimenti recuperati, permettendo così ai ricercatori di individuare l’esatta datazione del lago di Ohrid che risale a 1,36 milioni di anni fa e da allora esiste ininterrottamente. L’ampia successione dei sedimenti prelevati e il contenuto di polline rinvenuto nei carotaggi hanno permesso al team di studiosi di ricostruire la storia degli eventi climatici nella regione del nord del Mediterraneo. I risultati della ricerca mostrano un aumento delle precipitazioni nel periodo autunnale e invernale, legato ad un riscaldamento delle temperature superficiali del Mar Mediterraneo che si verifica durante i periodi caldi e interglaciali. Effetti simili potrebbero derivare dal recente riscaldamento climatico di origine antropica e, in questo contesto, i nuovi risultati del lago di Ohrid potranno rivelarsi utili per prevedere e interpretare gli scenari climatici futuri”.

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