A BARI LA GIORNATA UNISTEM

Avvicinare i giovani al mondo della ricerca, in particolare i diplomandi. E’ l’obiettivo della giornata Unistem, in corso nell’Aula Magna ‘Quagliariello’ dell’ex Facoltà di Agraria dell’Università di Bari, organizzata dal Dipartimento di Bioscienze, Biofarmaceutica e Biotecnologie dell’Università di Bari e dal CNR-IBIOM . Giunta alla XI edizione, la giornata Unistem è il più grande evento di divulgazione scientifica, si svolge in contemporanea in 99 Atenei e centri di ricerca sparsi in 15 Paesi nel mondo e in 4 continenti. “Riteniamo che sia molto importante – ha detto il professor Graziano Pesole – appassionare i giovani a questo mondo, perché – ha spiegato – lo sviluppo scientifico è fondamentale per lo sviluppo del Paese e della società”. Protagonisti della giornata, quindi gli studenti delle scuole superiori, che attraverso seminari, tavole rotonde, attività di laboratorio hanno la possibilità di osservare da vicino i tanti volti del mondo della ricerca scientifica.

Ospiti della giornata Stefano Piraino, docente dell’Università del Salento, Alessandro Bertolino docente dell’Università di Bari e Vincenzo Nigro, docente dell’Università della Campania “Vanvitelli” e ricercatore dell’Istituto Telethon di Genetica e Medicina (Tigem) di Pozzuoli. Il professor Stefano Piraino è uno degli scienziati che potrebbe aver scoperto il segreto dell’immortalità, custodito su fondo del Mar Mediterraneo. “Abbiamo scoperto un organismo – ha detto Piraino – che è capace in alcuni periodi della sua vita di ringiovanire, di tornare indietro. Un po’ come se ci fosse una farfalla capace di tornare indietro a uno stadio di bruco. Non esiste una farfalla del genere, invece esiste una piccola medusa di un paio di millimetri di diametro, che è capace di invertire il proprio ciclo vitale e di ringiovanire. Questo – ha sottolineato Piraino – lo fa per un periodo di tempo molto limitato. Se ci fosse realmente un organismo capace di essere immortale, questo organismo avrebbe ricoperto il Pianeta”.

Dalle meduse all’uomo per capire se rischiamo di soffrire di disturbi psichiatrici. “Studi più recenti – ha detto Alessandro Bertolino, professore ordinario di Psichiatria del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Bari che da più di 15 anni studia i segreti del cervello e le sue connessioni alla genetica umana – dimostrano un’interazione tra fattori genetici e ambientali, laddove gli uni rinforzano gli altri o mediano gli altri. Un esempio è il rischio di essere bullizzati, che riconosce una predisposizione genetica e questa predisposizione genetica sembra interagire con il rischio genetico di ammalarsi di schizofrenia per incidere sullo sviluppo dei sintomi della schizofrenia”. Vincenzo Nigro, ordinario di Patologia generale alla facoltà di Medicina dell’Università della Campania, ricercatore di fama mondiale nella ricerca dedicata allo studio di malattie genetiche dei muscoli come la distrofia muscolare dei cingoli, ha parlato degli ultimi progressi della ricerca nella diagnosi e cura delle malattie genetiche alla base delle patologie muscolari.

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