TOUR RIPARTE SENZA NIBALI, POLEMICHE SU SICUREZZA

Rispetto per i corridori. Nel giorno della 13esima tappa vinta da Peter Sagan, a tenere banco al Tour de France è ancora la caduta di Vincenzo Nibali, causata non dalle moto della Gendarmeria come ricostruito in un primo momento ma da uno spettatore sprovveduto. La cinghia della sua macchina fotografica ha agganciato il manubrio della bici del corridore siciliano, che cadendo a terra ha rimediato la frattura della decima vertebra toracica. “Il referto pesa tantisismo, il mio Tour finisce qui – la resa dello Squalo dello Stretto – Per la mia salute è giusto fermarsi e recuperare. La caduta? C’erano fumogeni e un po’ di tifosi in mezzo alla strada, credo che abbiano superato le barriere. Nella corsa bisogna fare i conti con tutto”, ha poi chiosato diplomaticamente Nibali, costretto a lasciare mentre era in piena corsa per la vittoria, quarto in classifica generale a 2’37” da Thomas. “I campioni del Tour fanno rispettati – l’invito al pubblico di Christian Prudhomme, direttore della Grand Boucle – La stragrande maggioranza dei tifosi già lo fa e i corridori non vanno fischiati nè soprattutto toccati, anche se si tratta di una spinta che vuole essere affettuosa. Non vogliamo vedere spettatori che corrono dietro ai corridori, che si mostrano davanti alle telecamere, che si fanno un selfie”. Prudhomme ha però messo in chiaro che per le tappe sui Pirenei non saranno prese misure di sicurezza speciali, una decisione che non deve aver fatto piacere a Chris Froome, piuttosto duro su quanto accaduto ieri. “E’ responsabilità degli organizzatori proteggere i corridori”, ci ha tenuto a sottolineare il vincitore dell’ultimo Giro, che con grande onestà ha smentito il presunto accordo sull’Alpe d’Huez con Thomas, Dumoulin e Bardet per aspettare Nibali dopo la caduta. Solidale col corridore siciliano e i due Sky fischiati dal pubblico Romain Bardet: “Questi non sono comportamenti che ci piace vedere sulle strade, spero che lo sport si riprenda i suoi diritti e che la lotta sia corretta fino alla fine”.

Tornando al presente, i 169,5 chilometri che da Bourg d’Oisans portano a Valence si risolvono come da previsioni in volata, una volta neutralizzata la lunga fuga a quattro di De Gendt, Schar, Scully e Claeys. Con quasi tutti gli specialisti ormai fuori dai giochi (Gaviria, Groenewegen, Cavendish, Kittel e Greipel), la spunta Peter Sagan, che si tiene sempre più stretta la maglia verde: l’ultimo colpo di reni permette al campione del mondo di beffare Kristoff e Demare e centrare il terzo successo personale in questa edizione. Tutto tranquillo invece in testa alla corsa, con Geraint Thomas in giallo con 1’39” su Froome e 1’50” su Dumoulin. Domani tappa ‘collinare’ sul Massiccio Centrale dove nel finale, sullo strappo del Cote du Grand Chataignier (4^ categoria, pendenze medie al 7,4%), potrebbe esserci spazio per qualche scaramuccia fra i big di classifica.
(ITALPRESS).

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