MANCINI “NAZIONALE MAI MORTA MA STRADA LUNGA”

Un anno dopo l’Italia torna sul luogo del delitto. In un San Siro tutto esaurito (attesi 73 mila spettatori), gli azzurri sfidano il Portogallo con la possibilità di ambire ancora alla Final Four di Nations League. Serve una vittoria con due gol di scarto e poi sperare in un ko dei lusitani contro la Polonia nell’ultima giornata, scenario complicato ma già il fatto di poter fare certi conti è un bel salto in avanti rispetto all’ultima sciagurata uscita al Meazza: era il 13 novembre 2017, la Svezia imbrigliò la Nazionale di Ventura sullo 0-0 e gli azzurri rimasero fuori dal Mondiale. Uno shock dal quale l’Italia piano piano si sta riprendendo sotto la guida di Roberto Mancini, sempre più convinto della sua scelta di sedere su quella panchina sebbene all’inizio sia “stato un po’ difficoltoso. Il morale era sotto i tacchi ma ho trovato tutti i ragazzi pronti a rimboccarsi le maniche per riportare l’Italia dove merita. Ci vuole un po’ di tempo, nessuno ha la bacchetta magica. Ci vogliono e ci vorranno ancora un po’ di partite ma stiamo migliorando gara dopo gara ed è la cosa più importante”. L’Italia sta tornando in vita anche se, per Mancini, “la Nazionale in realtà non è mai morta. Ricordo benissimo quelle due partite, l’Italia meritava di andare avanti, è stata sfortunata ma il calcio è questo, ci sono volte in cui le cose non vanno bene, capita a tutte le Nazionali. Non lo avremmo voluto, per noi andare al Mondiale è importante, ma stiamo cercando di rimboccarci le maniche e di farlo il più in fretta possibile anche se la strada è ancora lunga”, insiste il tecnico jesino, immune alla pressione che il suo ruolo comporta perchè “se alleni la Nazionale hai 50 milioni di persone che vogliono che tu vinca, che tu scelga i giocatori delle loro squadre, è normale. Ma un po’ di esperienza me la sono fatta in questi anni e la cosa bella è che domani a San Siro ci saranno più di 70 mila persone: San Siro risponde sempre alla grande e la squadra nelle ultime partite ha fatto buone prestazioni, ed è molto importante”.

Contro un Portogallo orfano di Cristiano Ronaldo (“sarà lo stesso una bella partita, loro restano una grande squadra, una delle migliori in Europa, con giocatori straordinari”), l’Italia proverà a rimanere aggrappata al sogno di centrare la fase finale della Nations League. Un obiettivo forse compromesso con certe scelte dello stesso Mancini nelle prime due gare ma il ct non ha rimpianti e guarda più lontano. “Ci piacerebbe andare alle Final Four ma è chiaro che nelle prime partite hai bisogno di vedere, di cambiare, di dare ai più giovani l’opportunità di giocare partite importanti, anche facendo degli errori ma fa parte del processo di crescita. La Nations League è un obiettivo ma è più importante la qualificazione agli Europei e abbiamo bisogno di ragazzi con partite importanti nel loro bagaglio. Domani pensiamo a fare una buona partita e a cercare di vincere, poi quel che accadrà, accadrà”. A proposito di giovani, dopo la gara di domani sera e in vista dell’amichevole contro gli Usa, saranno aggregati dall’Under 21 Kean e Mancini, oltre ad Acerbi che si unirà al gruppo già in serata per sostituire l’infortunato Romagnoli mentre torneranno a casa Chiellini, Jorginho, Florenzi e Insigne “che hanno giocato tanto in campionato”. “Abbiamo una buona generazione di ragazzi di 18, 19, 20 anni che hanno bisogno di giocare – ci tiene a sottolineare Mancini, che in questa tornata di convocazioni si è portato dietro, fra gli altri, il 18enne Tonali – Sono bravi, con qualità tecnica e per noi è importante conoscerli, per questo li chiamiamo. Abbiamo un buon serbatoio per il futuro”. Il presente, come detto, si chiama Portogallo e se in mezzo al campo Verratti e Jorginho sono intoccabili (“Hanno giocato insieme 4 partite ma essendo due giocatori molto bravi tecnicamente si capiscono bene e più giocheranno insieme, più miglioreranno”), davanti Immobile sembra aver scavalcato Berardi. “Abbiamo ancora 24 ore, decidiamo domani, sicuramente Immobile ha molte possibilità di partire dall’inizio. Noi cerchiamo più gol e lui ha quelle qualità, in area di rigore è un giocatore importante. Il suo ruolo è cercare di mettere in difficoltà i due centrali avversari e fare gol. Domani sarà una partita diversa rispetto a quella in Polonia me le qualità le ha, è un giocatore intelligente, veloce, ha fiuto del gol, se giocherà lui dovrà fare solo quello che sa”.

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