MANCINI E BONUCCI “AVANTI COSÌ, SU STRADA GIUSTA”

Serve tempo, sono necessari i talenti, ma anche idee chiare e voglia di rischiare. Dopo la mancata qualificazione al Mondiale era scontato avere qualche difficoltà nella ripartenza, ma Roberto Mancini non è il tipo da evitare i sentieri difficili se è convinto che in fondo c’è la soluzione ai problemi. Ha detto sì alla Federazione senza indugi e rinunciando anche a un po’ di soldi, da mesi è al lavoro per rilanciare l’Italia e nonostante le cose non siano facili, sono tante le cose che inducono a guardare al futuro con ottimismo. Sabato sera, davanti ai 73mila del Meazza, è arrivata una buona prestazione, ma non quella vittoria che avrebbe tenuto gli azzurri in corsa per la final four della Nations League. Uno 0-0 che ha confermato il problema che hanno i Mancio-boys in zona-gol. E’ un problema sì perchè se non segni non vinci – dice il commissario tecnico in conferenza stampa a Genk, alla vigilia dell’amichevole contro gli Stati Uniti -. Però tra Ucraina, Polonia e Portogallo abbiamo creato qualcosa come 20 palle-gol, poi è anche una questione di fortuna, per esempio a San Siro il portiere portoghese è stato bravo”.
“Per quanto ci riguarda l’importante l’importante è continuare a giocare, poi i gol arriveranno perchè i nostri giocatori sono bravi”, ha aggiunto Mancini. Tanti giocatori convocati per il doppio impegno hanno lasciato il gruppo e domani scenderà in campo un’Italia completamente diversa. “Se chi ha giocato sabato sta bene può giocare anche domani. Poi ci sono i giocatori che sono arrivati per sostituire gli altri, abbiamo ancora stasera e domani per valutare, vedremo. Anche noi siamo curiosi di vedere i giovani come Tonali in partite così importanti, quindi è probabile che ci sarà la possibilità di vederli all’opera. Tra i pali ci sarà Sirigu. Appena sta bene vorremmo chiamare Meret perché ne parlano tutti bene. Donnarumma ha un futuro, ma sono bravi anche gli altri, compreso Perin che non è qui perché è infortunato. Tra i pali non abbiamo problemi”. Non ci saranno Immobile, Insigne, Chiellini, Florenzi, Pellegrini e Jorginho e, al posto dell’italo-brasiliano “quella di Barella è un’opzione oppure potrei mettere dentro uno tra Sensi e Tonali. Verratti continua a fare l’interno, anche se può giocare davanti alla difesa. Se in attacco andremo con il centravanti classico penso che partirà Lasagna dall’inizio”.
Mancini invita a non sottovalutare gli Stati Uniti. “Un’avversaria giovane, con giocatori di qualità, su tutti Pulisic. Non sarà una passeggiata, per questo spero di vedere un’Italia che cerchi ancora di avere sempre la palla, propositiva e focalizzata sull’attacco”. Il ct parla anche dell’idea del doppio play che sta portando avanti con Verratti e Jorginho a costruire gioco. “Verratti non era sempre disponibile nelle prime convocazioni, l’avevo visto bene in coppia con Jorginho nell’amichevole di marzo con l’Argentina e ci abbiamo provato, pensando che ci saremmo riusciti perché quelli bravi riescono sempre a giocare insieme. Vedersi solo ogni tanto e fare così in fretta non era facile, ma è stato fondamentale: bisognava trovare il bandolo della matassa per mettere in piedi in fretta una squadra competitiva. E andando avanti così, nei prossimi mesi potremo giocarcela alla pari con tutti in Europa”. Anche Leonardo Bonucci, domani capitano, è convinto che quella tracciata dal Mancio sia la strada giusta. “Siamo a buon punto, abbiamo dimostrato di potercela giocare contro la Nazionale campione d’Europa e contro la Polonia che è in crescita. Stiamo seguendo un percorso che ci porterà a essere una squadra più forte e migliore, ma credo che già nelle ultime due partite si siano visti dei passi avanti”.
Non è stata una serata facile quella di sabato a Milano per Bonucci, fischiato da una parte dei tifosi e poi polemico a fine partita tanto da parlare di “mamma degli imbecilli sempre incinta”. “Ho sempre accettato e a volte anche condiviso i fischi, so che il tifoso è passionale e vive la fede calcistica come meglio crede, fa parte del calcio italiano e della nostra cultura fischiare la scelta di un giocatore, io ho etichettato in maniera sbagliata la tifoseria perchè comunque era una minima parte a fischiare, potevo evitarlo – ammette Bonucci -, ma mi ha dato fastidio perchè quando si veste questa maglia le questioni e gli interessi dei club vanno messi da parte. Accetterò i fischi quando giocherò con la Juventus, per il resto ho sempre condannato gli insulti, in passato anche sui social ne ho ricevuti anche per i miei figli, mia moglie e mia madre. Quando difendi la tua Nazionale fai parte dei 60 milioni di italiani, ecco perchè sarebbe stato meglio non ricevere quei fischi. Meglio lasciar perdere e ringraziare chi mi ha dimostrato affetto e fiducia, dai compagni, all’allenatore al ct del ciclismo Cassani”.
(ITALPRESS).

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