GRAVINA “A E B CON 20 SQUADRE, GIORGETTI CI AIUTI”

“Stiamo lavorando su due aree molto importanti, che hanno denunciato alcune criticità nelle aree dei controlli e della giustizia sportiva”. Cosi’ il presidente della Figc, Gabriele Gravina, intervenendo ai microfoni di “Radio Anch’io Sport” su Rai RadioUno. “L’area dei controlli richiede un intervento deciso nel riordinare il suo codice – sottolinea il numero uno della Federcalcio – e, entro il 31 dicembre, 6 mesi prima delle iscrizioni al campionato, vorremmo uscire con il nuovo codice, al fine di eliminare in tempi più ristretti quelle criticità che hanno determinato tensioni che ancora viviamo nei nostri campionati. Dobbiamo avviare in tempi rapidissimi, con l’aiuto delle autorità governative, e dunque del sottosegretario Giorgetti, una riforma dei campionati con A e B a 20 squadre, con due categoria professionistiche e una Serie C semi-professionistica, una modifica che potrebbe far bene a tutto il mondo sportivo. Come reagirebbe l’Aic? La qualità non è legata allo status dei calciatori, che rimarrebbe sotto il profilo dei diritti immutato. Stiamo cercando di mettere insieme, in una combinazione virtuosa, i diritti del professionista con le agevolazioni del dilettantismo, come il credito di imposta nell’utilizzo dei giovani, con un vantaggio nel reinvestimento obbligatorio del 50 per cento nelle strutture e l’altro 50 nei settori giovanili, che non devono essere considerati un costo secco per le società”. La B, nel frattempo, potrebbe essere a 20 con l’Entella o addirittura a 22: “C’è il rispetto delle norme e delle sentenze, siamo in attesa della decisione del Tar sul caso Entella e del Consiglio di Stato. Non appena avremo a disposizioni queste decisioni, ci sarà una riflessione politica per capire se, in un momento così avanzato del campionato di B o C, si può procedere ad una modifica dei calendari con tutto quello che questo può apportare”. “L’obiettivo di Mancini è lanciare e valorizzare tutti i talenti del calcio italiano, cercando di portare a casa i migliori risultati possibili – prosegue Gravina, parlando della Nazionale – E’ serio e preparato. Non l’ho scelto io ma lo condivido e devo difenderlo perché rappresenta la Figc nel ruolo tecnico ed è il mio allenatore”. Gravina annuncia poi che, per la prossima partita dell’Italia con il Portogallo, valida per la Nations League, “non ci sarà il nuovo responsabile del Club Italia, ma un insieme di idee che prevede un nuovo progetto di Club Italia. L’ultimo Consiglio Federale ha posto le basi per sei tavoli permanenti di riforma del calcio italiano, e uno di questi riguarda proprio il Club Italia. Un nome? Sono tanti, stiamo lanciando una serie di profili”. Gravina si sofferma sulla sospensione di Michele Uva dal ruolo di direttore generale della Figc: “E’ una persona capace e che stimo, ma quando c’è una nuova governance la riflessione deve essere generale. Ora c’è una riflessione sulla dirigenza e dunque anche su Uva”. Capitolo Var: “Quando si fa ricorso alle innovazioni tecnologiche, l’Italia è all’avanguardia. Ci sono margini di miglioramento ci sono, ora esiste un protocollo stabilito dall’Ifab e gli arbitri si stanno attenendo a questo: ciò implica una discrezionalità, delle valutazioni, e si possono commettere degli errori, però limitati al minimo indispensabile. L’anno scorso tutti abbiamo valutato positivamente la sua introduzione. Tutti gli episodi vengono valutati e ciò elimina alcune tensioni che in passato hanno condito le nostre domeniche. La tecnologica ha bisogno di essere sperimentata, eviterei una moviola alla Var: questo potrebbe creare ulteriori tensioni e il calcio ne ha già tante. La classe arbitrale è una delle nostre eccellenze, anche a livello internazionale, e sono convinto sia necessario attivare maggiori confronti per far conoscere i principi del protocollo affinché non nascono cattive interpretazioni”. Gravina, infine, si dice contrario al progetto della Superlega: “La Superlega? E’ un modo per sradicare una spinta storica e positiva, il radicamento del calcio con le culture del territorio. Mi sembra una fuga in avanti pericolosa per il futuro del calcio”.
(ITALPRESS).

 

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