GATTUSO SFIDA MAESTRO ANCELOTTI “VOGLIO PUNTI”

Quanti destini si incrociano in questo Napoli-Milan di inizio campionato. Higuain torna al San Paolo, Reina ritrova il suo caro vecchio spogliatoio, ma soprattutto Gattuso affronta per la prima volta da allenatore avversario Carlo Ancelotti, suo mentore e secondo padre: “Ancelotti è un maestro, io devo ancora mangiarne di pastasciutta. Conoscete tutti il rapporto che abbiamo, ci siamo sentiti anche ieri mattina e abbiamo parlato di mozzarelle, mi ha chiesto se ne volevo qualcuna. Speriamo di portare a casa qualche punto da Napoli. Il nostro rapporto è andato oltre a quello dell’allenatore e del giocatore. Non nego di avergli fatto diverse telefonate nei momenti di difficoltà”. Domani sera non potrà chiedere aiuto a Carletto, ma dovrà sbrigarsela da solo. Un vero e proprio esame di maturità per il giovane allenatore, che avrebbe evitato un avvio così in salita, con Napoli e Roma nelle prime tre giornate, due effettive: “Sono l’uomo più felice al mondo, alleno una grande squadra in una grande società. Sono nato con la pressione, sono nato settimino. La vivo bene, c’è gente che sta peggio di me, mi invidiano in tanti. Mi hanno fatto una squadra importante. Come ha detto Spalletti, ho voluto la bici ora pedalo. Possiamo essere più forti dell’anno scorso ma ci vuole del tempo perché quando arrivano dei calciatori nuovi ci vuole tempo. Noi ne abbiamo poco ma questa è una squadra che se riusciamo a fare le cose in fretta è forte”. Per molti, Arrigo Sacchi compreso, questa squadra può ambire anche al primo posto. Gattuso non esagera in questo modo, ma tiene alta l’asticella degli obiettivi: “Sacchi mi ha dato una mazzata dietro al collo. Siamo ancora lontani ma in prospettiva, se guardiamo l’età, forse ci possiamo arrivare. Oggi l’obiettivo è migliorare la posizione dell’anno scorso e lavorare duramente per conquistare il quarto posto”.
Il tecnico rossonero si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa, quando si vira sul tema nuova proprietà e futuro della panchina incerto, almeno fino alla sua conferma da parte di Gordon Singer e la cacciata del fantasma di Antonio Conte: “Mi ha detto di non ascoltare quello che è uscito sui giornali, di lavorare. Per un mese mi avete fatto il funerale, mi ha detto di non ascoltare perché la società aveva fiducia. L’obiettivo era quello di prendere qualche giocatore e di migliorare la classifica dell’anno scorso”. Gattuso ha voglia di parlare, soprattutto di quei giocatori che in questa stagione devono riscattarsi. Uno su tutti, Gigio Donnarumma, titolare sulla carta da inizio stagione, con Reina inizialmente secondo: “Ci saranno due portieri che si divideranno le tre competizioni. Reina è stato fermo, ha avuto un problema alla schiena. Può arrivare la consacrazione di Donnarumma, può diventare il più forte al mondo. Se copia il modo di impostare il ruolo di Reina, come si muove, si allena e gliel’ho detto, e se riesce a migliorare, e non è un caso che è cambiato negli ultimi cinquanta giorni, può diventare il più forte al mondo. Ora sta a lui, deve solo fare copia incolla”. A proposito di giovani, domani Caldara dovrebbe iniziare dalla panchina, anche se la maglia da titolare è solo rimandata: “Non si sa se domani giochi o no. Lui, con il fatto che viene un calcio diverso dal nostro, ha metodi di lavoro diversi dal nostro ma ha grande mentalità e voglia, chiede di fare sempre qualcosa in più. Si sforza, penso che con questa mentalità e voglia non ci sarà nessun problema. Lo sapevo che era abituato in un certo modo e c’era da lavorare, non possiamo resettare quello che ha avuto in testa in questi anni. Ci vuole tempo: quando si parla con lui è una spanna sopra gli altri”.
Avrà molto da imparare anche Caldara, come tutti. Le persone di Leonardo e Maldini, a stretto contatto con la squadra, serviranno soprattutto a questo, ovvero a far maturare e responsabilizzare tutti: “La cosa più importante è che tocco con mano che quando vengono portano ossigeno e adrenalina. La squadra si gasa quando vede i nuovi dirigenti. Questo mi fa stare bene. Quando Paolo parla con i calciatori, vedo i ragazzi motivati. Se poi il Milan può tornare quello di una volta, serve ripartire con programmazione e regole. Ognuno fa il suo e riuscire a non cercare alibi ma far migliorare il progetto Milan”. Progetto che passerà obbligatoriamente da Napoli e Roma. Due esami probanti per un sogno ambizioso.
(ITALPRESS).

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