DOMANI SCATTA COPPA ASIA, TOCCA A LIPPI E ZACCHERONI

Le favorite sono le solite ma occhio alle sorprese. Scatta domani negli Emirati Arabi Uniti la 17esima edizione della Coppa d’Asia, 24 squadre al via e due ct italiani – Marcello Lippi al timone della Cina e Alberto Zaccheroni sulla panchina dei padroni di casa – a caccia di gloria. Quattro anni fa, in Australia, furono i Socceroos a trionfare, superando in finale ai supplementari la Corea del Sud, ma un bis appare complicato. La nazionale australiana è in fase di transizione, giocatori monumento come Mile Jedinak e Tim Cahill si sono fatti da parte, Mooy è infortunato e il peso delle speranze aussie è tutto sulle spalle di Rogic e Luongo, quest’ultimo già decisivo nel 2015. Il ruolo di favorita spetta così all’Iran, che dall’ultima edizione a oggi ha perso una sola gara ufficiale, quella contro la Spagna agli ultimi Mondiali. Se l’attacco formato da Azmoun e Alireza è fra i più pericolosi del torneo, è dietro che l’Iran, sotto la sapiente guida di Carlos Queiroz, ha saputo costruire le proprie fortune tanto da staccare il biglietto per la Russia da imbattuti. La Corea del Sud, dopo la finale persa 4 anni fa, è la rivale più accreditata. La stella è Son Heung-min, attaccante del Tottenham, mentre in panchina c’è ora Paulo Bento, che sta provando a farne una nazionale ancora più votata all’attacco di quanto si sia visto la scorsa estate, quando – pur cadendo nella fase a gironi – riuscì a imporsi sulla Germania. Il tecnico portoghese, risultati alla mano, sta facendo bene: 4 pari e 3 vittorie nelle sette amichevoli che lo hanno visto al timone. Non si può tralasciare il Giappone che, sebbene privo dei vari Honda, Kagawa e Okazaki, resta fra le nazionali più talentuose: la Coppa d’Asia sarà anche l’occasione per fare qualche esperimento in vista di Tokyo2020 visto che i giovani di qualità non mancano a partire dal 20enne Ritsu Doan, centrocampista del Groningen. L’Arabia Saudita, dopo l’esordio shock al Mondiale (0-5 con la Russia), è cresciuta nelle mani di Juan Antonio Pizzi ma gli stessi Emirati Arabi, terzi nel 2015, puntano a non deludere il proprio pubblico: Alberto Zaccheroni deve fare a meno del suo giocatore più forte, Omar Abdulrahman, ma come dimostrato nel 2011 alla guida del Giappone, sa come si vince. In più avrà come nocciolo duro il gruppo di giocatori dell’Al Ain capace di arrivare fino alla finale del Mondiale per club, poi persa col Real Madrid. Meno chance per Marcello Lippi, alla sua ultima esperienza da allenatore: in questi due anni il ct campione del mondo a Berlino è stato bravo a rendere la Cina una nazionale competitiva ma forse non abbastanza per ambire alla vittoria della Coppa. Di sicuro il tecnico viareggino non vuole lasciare niente al caso e si affiderà a una squadra esperta, a partire da Zheng Zhi che con i suoi 38 anni sarà il giocatore più ‘vecchio’ del torneo. Primo esame importante per il Qatar, negli ultimi anni protagonista a livello giovanile e proiettato verso il Mondiale del 2022 che giocherà in casa, occhio poi alle possibili sorprese: dall’Iraq – già vincitore contro ogni pronostico nel 2007 – alla Siria, a un passo dagli ultimi Mondiali, passando per Libano (imbattuto per oltre due anni fino allo scorso ottobre) e Vietnam, in serie positiva da 18 partite. La Coppa d’Asia 2019 sarà anche la prima a 24 squadre: un allargamento che, come accaduto per gli Europei, permetterà il debutto di nazionali come Yemen, Kyrgyzstan e Filippine, che hanno scelto come condottiero l’eterno Sven Goran Eriksson.

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