BERRETTINI EPICO, È IN SEMIFINALE AGLI US OPEN

Matteo Berrettini approda in semifinale agli Us Open, quarto e ultimo Slam stagionale in corso sul cemento di Flushing Meadows. Nei quarti di finale, il 23enne tennista romano, numero 25 del ranking Atp e 24esima testa di serie del seeding, si è imposto sull’Arthur Ashe Stadium con il punteggio di 3-6 6-3 6-2 3-6 7-6 (5), dopo quasi quattro ore di gioco, sul francese Gael Monfils, numero 13 del mondo e 13esima forza del tabellone. L’azzurro, che ha fallito quattro match point nel quinto set, prima di imporsi per 7-5 nel tie break decisivo, sfiderà per un posto in finale lo spagnolo Rafael Nadal, numero 2 del mondo e del seeding, vincitore sull’argentino Diego Schwartzman per 6-4 7-5 6-2. Fra i due non ci sono precedenti. Berrettini, che lunedì migliorerà il suo best ranking (dovrebbe diventare minimo numero 13 Atp), entra così nella storia, eguagliando Corrado Barazzutti, semifinalista agli Us Open del 1977 (ultima edizione a Forest Hills, dove si giocava sulla terra verde), battuto da Jimmy Connors. Il capitolino “imita” il suo capitano di Davis e diventa il quarto italiano nell’Era Open (cioè dal 1968) a centrare una semifinale Slam (dopo Panatta, che al Roland Garros ha vinto il titolo nel 1976 ed è stato semifinalista nel 1975 e nel 1973; Barazzutti, in semifinale agli Us Open nel 1977 e a Parigi nel 1978; Cecchinato, semifinalista al Roland Garros lo scorso anno). Di questi è il più giovane, con i suoi 23 anni.  “Non so cosa dire, in questo momento non ricordo nessun punto… Ricordo il doppio fallo sul primo match point”. Berrettini è sfinito ma contento dopo l’approdo in semifinale agli Us Open ai danni di Gael Monfils. “Che lotta, complimenti a Monfils, mentre stavo giocando pensavo anche che ero spettatore di una delle partite più belle che avessi mai visto. Sono contentissimo – prosegue il 23enne tennista romano rispondendo alle domande a caldo dello speaker delll’Arthur Ashe Stadium – I match point falliti? Sono stato fortunato, io ne ho avuto, lui no. Ed è ancora meglio quando vinci, anche se ero un po’ teso… Sono fiero di me stesso, nel quinto ho perso due volte il servizio, questa vittoria è una cosa bellissima per me, per la mia famiglia e per il mio team. E il torneo – conclude l’azzurro – non è ancora finito”.

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