CLERICUS CUP, AL VIA QUARTI CON APPELLO PRO SIRIA

Dopo la Pasqua ed i quarti di Champions ed Europa League, anche in Vaticano al Centro Sportivo Pio XI è tempo di sfide decisive. Sabato otto squadre si giocheranno l’accesso in semifinale. Tra i sacerdoti e seminaristi di tutto il Mondo alla conquista della Coppa col Saturno ci sono i trasteverini del Sedes Sapientiae che sfideranno gli Amici della Chape. I Guanelliani se la vedranno contro il North American Martyrs, con un solo precedente datato 2010 a favore della compagine a stelle e strisce. Il big match di giornata è indubbiamente quello tra i campioni in carica del Pontificio Collegio Urbano ed il Mater Ecclesiae. Nel 2015 e nel 2016 le due squadre si sono incontrate in finale, vincendo una volta a testa; tuttavia, brucia ancora la sconfitta della Madonna Celeste nella semifinale del 2017, con i Leoni d’Africa che si imposero per 3-1. Infine la gara tra la Pontificia Università Gregoriana e l’OMI: un unico precedente, lontanissimo, nella prima edizione del torneo che vide i Missionari oblati di Maria Immacolata travolgere i gesuiti per 3a0.

Tra gli studenti di Piazza della Pillotta, centrocampista amaranto, c’è Aram Sado, seminarista armeno cattolico, che risiede al Pontificio Collegio Armeno ed è nato in Siria, che ha così introdotto la sfida di sabato: “Stiamo disputando un buon torneo anche quest’anno. Abbiamo perso solo la prima partita, poi ci siamo riscattati mostrando un grande spirito di squadra e siamo arrivati ai quarti di finale grazie agli allenatori Mario e Fabio oltre che a tutti i ragazzi che aiutano a creare questo spirito all’interno della squadra. Ora mancano un paio di passi per arrivare alla finale, vorrebbe dire la nostra seconda volta consecutiva”.

“Ma non posso non pensare anche a ciò che sta succedendo ancora nella mia patria in Siria, lego le mie parole a quelle del Santo Padre, recitate dopo il Regina Coeli, lanciando un appello per la pace, chiamando tutti a pregare per i defunti, per i feriti e per le famiglie che soffrono in Siria; a pregare perché i responsabili, politici e militari, scelgano l’altra via: quella del negoziato, la sola che può portare alla pace”.
(ITALPRESS).

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