SCHENGEN, NUOVE NORME PER CONTROLLI ALLE FRONTIERE

Per il Parlamento Europeo i controlli alle frontiere interne dello spazio Schengen dovrebbero essere limitati a un periodo massimo di un anno invece degli attuali due.

Il Codice Frontiere Schengen consente agli Stati membri di effettuare controlli temporanei alle frontiere interne dello spazio Schengen, in caso di grave minaccia per l’ordine pubblico o per la sicurezza interna.

Nella votazione in Plenaria del 29 novembre, che ha stabilito la posizione del Parlamento per negoziare con i ministri dell’UE (Consiglio), i deputati hanno sostenuto diversi punti: il periodo iniziale per i controlli alle frontiere dovrebbe essere limitato a due mesi, invece dell’attuale periodo di sei mesi, e i controlli alle frontiere non potranno essere prolungati oltre un anno, dimezzando l’attuale limite massimo di due anni.

I deputati hanno sottolineato che “poiché la libera circolazione delle persone è interessata dai controlli temporanei alle frontiere, questi dovrebbero essere utilizzati solo in circostanze eccezionali e come misura di ultima istanza”.

I Paesi dell’area Schengen dovranno fornire una valutazione dettagliata dei rischi se i controlli temporanei alle frontiere interne verranno prolungati oltre i due mesi iniziali. Qualsiasi successiva estensione dei controlli oltre i sei mesi dovrà soddisfare una serie di requisiti: una dichiarazione di conformità ai requisiti giuridici della Commissione europea, un’autorizzazione del Consiglio dei ministri dell’UE.

I deputati chiedono inoltre che il Parlamento sia maggiormente informato e coinvolto nel processo.

“Schengen è una delle maggiori conquiste dell’UE che, tuttavia, è stata messa in pericolo a causa dei controlli illegali in corso da oltre tre anni alle frontiere interne, da parte di sei Stati membri, nonostante fosse previsto un periodo massimo di due anni.  Ciò dimostra quanto siano ambigue le norme attuali e come gli Stati ne abusino e le interpretino in modo scorretto. Se vogliamo salvare Schengen, dobbiamo porre fine a questa situazione e stabilire regole chiare”, spiega la relatrice Tanja Fajon (S&D).

Il mandato per avviare colloqui informali con i ministri dell’UE è stato approvato con 319 voti in favore, 241 voti contrari e 78 astensioni.

I colloqui ora possono iniziare, poiché il Consiglio ha già raggiunto un accordo sulla sua posizione lo scorso giugno.

Austria, Germania, Danimarca, Danimarca, Svezia e Norvegia sono attualmente sottoposte a controlli alle frontiere interne a causa delle circostanze eccezionali dovute alla crisi migratoria iniziata nel 2015. Inoltre, la Francia dispone di controlli alle frontiere interne a causa di una minaccia terroristica persistente.

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