BILANCIO UE, PARLAMENTO FISSA PRIORITÀ POST 2020

Il Parlamento Europeo ha approvato con 429 voti a favore, 207 contrari e 40 astensioni la relazione intermedia sul bilancio 2021-2027, presentata dai correlatori Jan Olbrycht (PPE), Isabelle Thomas (S&D), Gerard Deprez (ALDE) e Janusz Lewandowski (PPE).

La plenaria di Strasburgo sottolinea la sua “unità e disponibilità” per i prossimi negoziati con i ministri dell’UE sul quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2021-2027 e si rammarica che gli Stati membri non abbiano “compiuto progressi significativi” nella ricerca di una posizione comune.

I deputati ritengono che la proposta di QFP presentata dalla Commissione europea sia un punto di partenza, ma il livello proposto “non consentirà all’UE di mantenere i suoi impegni politici e rispondere alle importanti sfide future”.

Il Parlamento ha quindi confermato una serie di priorità (elenco non esaustivo): Fissare la dotazione finanziaria del programma di ricerca Horizon Europe a 120 miliardi di euro in costi 2018 (Commissione: 83,5 miliardi di euro); rafforzare il piano strategico europeo di investimenti (“Piano Juncker”); incrementare i finanziamenti per le infrastrutture di trasporto e le PMI; mantenere il finanziamento delle politiche agricole e di coesione a lungo termine; raddoppiare le risorse per affrontare la disoccupazione giovanile, triplicare le risorse per Erasmus+; fissare il contributo dell’UE per gli obiettivi climatici a un minimo del 25% della spesa del QFP, per portarla al 30% il prima possibile, al più tardi entro il 2027.

Per quanto riguarda la riforma delle entrate finanziarie dell’UE (“risorse proprie”), gli eurodeputati sottolineano che il sistema attuale è “molto complesso, ingiusto, non trasparente e del tutto incomprensibile per i cittadini dell’UE”.

Un nuovo sistema semplificato dovrebbe ridurre sostanzialmente i contributi diretti degli Stati membri basati sul PIL e garantire un adeguato finanziamento delle spese dell’UE nell’ambito del nuovo QFP. Il Parlamento vuole inoltre l’abolizione di tutte i meccanismi di riduzione e di correzione accumulati nel tempo.

Il Parlamento Ue chiede l’introduzione di nuove risorse proprie, basate, ad esempio, su un nuovo regime di tassazione delle imprese (compresa la tassazione delle grandi imprese del settore digitale), sui proventi del sistema di scambio delle quote di emissione e su una tassa sulla plastica.

Infine, sottolinea che le entrate e le spese dovrebbero essere trattate come un unico pacchetto. Pertanto, tutti gli elementi del pacchetto QFP/risorse proprie e, in particolare, gli importi del QFP, dovrebbero rimanere sul tavolo dei negoziati fino al raggiungimento di un accordo definitivo.

Dallo scorso marzo 2018 con l’approvazione della risoluzione sul QFP adottata lo scorso marzo il Parlamento è pronto ad avviare i negoziati e le trattative potranno avere inizio non appena il Consiglio avrà raggiunto un accordo su una posizione comune. L’approvazione di un nuovo regolamento QFP richiede l’approvazione del Parlamento.

I deputati si aspettano “che si raggiunga un buon accordo prima delle elezioni europee del 2019, al fine di evitare gravi battute d’arresto all’avvio dei nuovi programmi a causa dell’adozione tardiva del quadro finanziario, come avvenuto in passato”.

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