PARTE DA MIRAFIORI LA SFIDA ELETTRICA DI FCA

“E’ tutta made in Torino”. A Mirafiori c’è ottimismo nel giorno dell’avvio del primo dei 200 robot che comporranno la linea di produzione della nuova 500BEV (che sta per battery electric vehicle). Da fine anno si avvieranno le cosiddette pre-serie, per verificare se l’assemblaggio disegnato con i programmi virtuali, coincide con la realtà. Tra aprile e giugno dell’anno prossimo sarà poi la volta della produzione vera e propria. In uno stabilimento che in 80 anni ha visto nascere 35 modelli, dalla Balilla al Maserati Levante, una nuova produzione dovrebbe essere la norma. “Questa volta però è diverso. Perché qui hanno deciso di portare la produzione più innovativa”, raccontano gli addetti in linea. Parole identiche a quelle di Pietro Gorlier, che da un anno è capo per l’intero gruppo Fca dell’area Emea. “Mirafiori è una città incastonata nella città, e ha trovato sempre il modo di riemergere – ha spiegato rivolto agli amministratori locali, ai manager e ai fornitori del gruppo – Tra Torino e l’impianto di Grugliasco, lavorano circa 20mila addetti. A tutt’oggi è il più grande complesso di Fca nel mondo. E se lo allarghiamo al Piemonte, aggiungiamo 4.000 addetti diretti negli altri impianti, più le 40mila persone coinvolte nell’indotto. In tutto fanno 70.000 persone”.
“In questa fase c’è molta voglia di investire in questo settore, che però vale solo il 3% del mercato” ammonisce Gorlier, che ammette di essersi messo a studiare il mondo dell’energia. “Mirafiori da luogo chiuso, si sta aprendo a nuove esperienze. Oggi comincia una nuova trasformazione, è un nuovo capitolo, l’ennesimo. Non poteva esserci altro luogo da questo, per avviare la produzione della nostra gamma elettrica” ribadisce.
Per ora la vettura è top secret. Da mezze parole pronunciate a bassa voce però, si capisce che pur mantenendo gli “stilemi” della 500 presentata nel 2007, sarà qualcosa di nuovo. “Ma è molto bella, a chi l’abbiamo fatta vedere, è sempre piaciuta”, si sbilanciano i manager Fca, che raccontano come i primi muletti in realtà stiano già circolando, camuffati per non essere riconosciuti sulle strade di Torino. Questa 500BEV non avrà nulla in comune con quella del 2010 prodotta per il solo mercato statunitense, che rientrava nell’accordo fatto con il Governo di Washington per acquisire la Chrysler. Quella 500 elettrica era un adattamento, questa è la prima Fiat concepita per essere spinta dall’energia delle sue batterie. Avrà quindi un telaio tutto nuovo, lo spazio interno sarà rivisto in ragione di meccaniche completamente diverse da quelle dei motori termici.
In tutto oltre 300 fornitori sono stati coinvolti, e molti sono locali. Elevato anche il numero di lavorazioni realizzate direttamente dentro Mirafiori, per un investimento solo sul sito industriale che vale circa il 50% dei 700 milioni di euro totali che Fca ha messo sul piatto per questo progetto. Nuova l’auto, nuovo il sistema di trazione, nuove anche le metodologie di lavorazione. La linea di produzione avrà una capacità produttiva massima di circa 80.000 vetture l’anno, ma Gorlier prende tempo, “vediamo come reagisce il mercato” e non fissa per ora target minimi o massimi. Quello che è certo è che la linea di produzione sarà gestita 1.200 addetti, che saranno formati in questi mesi. Un mondo nuovo come quello della produzione di auto full electric presenta infatti anche delle sfide nuove, come quelle legate alla gestione delle pesantissime batterie, che saranno mosse anche da cobot, i cosiddetti robot collaborativi che faciliteranno lo spostamento e il lavoro sottoscocca. Interamente robotizzata sarà invece la saldatura del veicolo, in un ambiente con i più elevati standard di sicurezza. Il mercato dirà se la fiducia in questo progetto è stata ben riposta e se così fosse, i 12 modelli electric del gruppo previsti entro il 2022 passeranno quasi tutti da Mirafiori. Non è un caso se qui sarà anche sviluppato un centro d’eccellenza di ricerca sulla mobilità del futuro, dove Fca ha già messo a lavorare 260 persone.

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