Rimborso pensioni, a chi spetta

rimborso pensioni a chi spetta

Nel 2012 e 2013, il governo Monti ordinò il blocco degli assegni previdenziali ma lo scorso 30 aprile la Corte Costituzionale ha riaperto i conti e per i pensionati italiani ci sono rimborsi in vista. 

A specificare come si calcolano i rimborsi degli arretrati sulle pensioni è stata una circolare dell’Inps già ripresa nel nostro articolo “Pensioni, come calcolare il rimborso.

 

Rimborso pensioni, a chi spetta 


Il governo Renzi ha subito precisato chi può avere il rimborso pensioni: solo coloro che guadagnano tra 3 e 6 volte il trattamento minimo, cioè tra 1.500 e 3 mila euro lordi al mese, vale a dire tra circa i 1.200 e 2.400 euro netti. Chi percepisce una pensione superiore ai 3mila euro lordi non avrà diritto ad alcun rimborso, così come chi incassa un assegno previdenziale inferiore ai 1.500 euro.

 

Chi non ha diritto al rimborso pensioni


Non hanno diritto al rimborso pensioni coloro che percepiscono un assegno previdenziale inferiore ai 1.500 euro lordi o superiore ai 3.000 euro lordi.

Perché a questi pensionati non spetta il rimborso?
Non hanno diritto ad alcuna restituzione perché nel biennio 2012 – 2013, non subirono alcun blocco da parte del Governo Monti. 

 

Come si calcola il rimborso pensioni 

Il calcolo degli arretrati sulla pensione è piuttosto complesso perché tiene conto dell’importo dell’assegno previdenziale percepito, di un aumento che dipende dall’inflazione (dal carovita) e dal proprio reddito. Per semplificare, nell’articolo “Pensioni, come calcolare il rimborso“, vi abbiamo proposto delle tabelle. Qui vi riporteremo la logica del calcolo del rimborso.

Chi percepisce assegni previdenziali compresi tra i 1.500 e i 2.000 euro lordi ha diritto a un arretrato pari al 40% dell’inflazione registrata nel 2012 e nel 2013. Chi percepisce un assegno tra i 2.000 e i 2.500 euro, potrà calcolare il rimborso stimando il 20% dell’inflazione registrata negli anni 2012 e 2013. I pensionati con un assegno previdenziale compreso tra i 2.500 e i 3.000 euro lordi hanno diritto a un rimborso pari al 10% dell’inflazione registrata nel biennio 2012 – 2013.

L’inflazione registrata nel 2012 è pari al 2,7% mentre per il 2013 l’inflazione sale al 3%. 

Se questo calcolo del rimborso pensioni vi sembra complicato, sappiate che dall’anno 2014 la trama si infittisce perché per erogare rimborsi meno cospicui il meccanismo riduce il legame tra gli aumenti e il carovita. 

Esempio di come si calcola il rimborso pensioni 

Al fine di farvi comprendere come calcolare il rimborso delle pensioni, vi riportiamo un esempio pratico. 

Carla è una pensionata che percepisce un assegno previdenziale di 1.500 euro lordi al mese. A causa del blocco pensioni del governo Monti, Carla ha maturato arretrati nel 2012, 2013, 2014 e i pochi mesi del 2015 (prima della riforma pensioni di Renzi).

A causa del blocco istituito dal Governo Monti (riforma Fornero), Carla avrà diritto a un rimborso complessivo pari a 796,27 euro, di questi:

  • 
- 210,6 euro per i mancati aumenti del 2012

  • – 447,2 euro per i mancati aumenti del 2013
  • 
- 89,96 euro per le ripercussioni del blocco pensioni nel 2014

  • – 48,51 euro per i mancati aumenti del 2015

Attenzione però! I 796,27 euro sono lordi e sono soggetti a tassazione separata e imposte che dipendono dall’aliquota media dell’irpef degli ultimi anni. Ecco perché nella premessa vi abbiamo detto che l’entità del rimborso pensioni varia anche in relazione al reddito: per un pensionato che percepisce 1.500 euro lordi al mese, l’aliquota media è di circa 15 -18%, quindi dei 796,27 euro lordi, il reale rimborso (al netto delle imposte) ammonterà a circa 659 – 700 euro.