Reddito minimo garantito, Renzi e la minoranza Pd

Reddito minimo garantito, Renzi cosa fa? E’ la domanda che probabilmente si riproporrà con maggiore insistenza nei dibattiti politici dei prossimi giorni.  

Quello del reddito minimo garantito per il Governo Renzi si propone come uno dei temi caldi dell’estate. Il reddito minimo garantito è un reddito minimo, assicurato da uno Stato a tutti coloro che in età lavorativa, per una serie di circostanze, si trovano ad avere un reddito al di sotto della soglia di povertà. 

Sono molti i Paesi occidentali che adottano il reddito minimo garantito. In Europa da tempo paesi come Germania, Francia, Gran Bretagna, Svezia e Danimarca, giusto per citarne alcuni, assicurano a  tutti coloro che non guadagnano una cifra mensile al di sopra di una soglia ritenuta di sussistenza, un reddito minimo o una integrazione del reddito. 

In Germania, per esempio, il reddito minimo garantito si chiama Sozialhilfe e offre una copertura dai 16 ai 65 anni grazie ad un reddito di 345 euro per ogni individuo, al quale si aggiunge una indennità per la copertura totale dei costi per l’affitto e il riscaldamento.

La copertura in Francia sale a 441 euro e riguarda individui privi di reddito. In Danimarca il reddito minimo garantito ammonta addirittura a 1.201 euro per le persone senza un reddito, cifra alla quale eventualmente si aggiungono ulteriori somme per far fronte alle spese per l’abitazione e le coperture sanitarie.

 

Reddito minimo garantito, Renzi e la posizione M5S 

Negli ultimi mesi a riaprire un dibattito da anni irrisolto sul reddito minimo garantito è stato il Movimento 5 Stelle. M5S ha presentato un disegno di legge che introduce e disciplina la materia del reddito di cittadinanza, Il beneficiario dovrà essere cittadino italiano, cittadino comunitario o proveniente da un Paese che ha firmato un trattato con l’Italia per garantire diritti sulla sicurezza sociale, avere più di 18 anni, essere inoccupato o disoccupato, percepire un reddito di lavoro inferiore alla soglia di povertà o percepire una pensione inferiore alla soglia di povertà, ovvero 780 euro mensili. In cambio il beneficiario se in età lavorativa dovrà iscriversi presso i Centri per l’Impiego pubblici, iniziare un percorso di formazione o di riqualificazione in vista del reinserimento nel mercato del lavoro. 

SEL propone un reddito di 600 euro al mese a tutte le persone inoccupate, disoccupate e precarie con un reddito annuale inferiore a 7.200 euro.

Una proposta è venuta recentemente anche dalla minoranza Pd, con un sussidio contro la povertà universale.

 

Sul reddito minimo garantito, Renzi e il Governo per il momento restano a guardare. 

Quello del reddito minimo è un’altra questione spinosa, se non altro per le coperture finanziarie che un simile provvedimento richiede.

Intanto, alcune Regioni hanno deciso di assicurare una copertura economica minima ai cittadini che si trovano in difficoltà. A cominciare dalla Lombardia. “Mentre tutti ne parlano – ha detto il governatore Roberto Maroni – noi abbiamo già incaricato gli assessori di studiare come intervenire”.

E recentemente sul reddito minimo garantito si è espresso favorevolmente anche il neo governatore della Puglia, Michele Emiliano

 

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