IL PREMIO DON PUGLISI NEL NOME DEI PIÙ DEBOLI

“A Palermo Don Pino ha testimoniato il volto di un Vangelo che si incarna che guarda con simpatia e amicizia gli uomini e le donne. Un Vangelo che intercetta tutto quello che c’è di buono e di vero negli uomini. Papa Francesco, con la sua visita, ci ha aiutati a dire che anche nel cuore di chi è mafioso c’è sempre il volto di un fratello a cui dire con un sorriso o con una parola che si può e si deve cambiare. Il Beato Puglisi è testimone di un Vangelo che riesce a cambiare e a trasfigurare, la sua è stata una vita che ha detto in tutto e per tutto che è possibile cambiare rotta”. Sono le parole dell’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, sul palcoscenico del teatro Politeama per la quattordicesima edizione del premio internazionale Beato Pino Puglisi.

I sette premiati di quest’anno hanno speso le loro vite a favore dei più deboli, hanno profuso un impegno per cambiare e rendere migliore la vita di qualcuno.

Si tratta del il sacerdote Ibrahim  Alsabagh, che opera in Siria, parroco di San Francesco d’Assisi ad Aleppo Ovest, terra martoriata dalla guerra; monsignor Augusto Paolo Lojudice, vescovo ausiliare di Roma; Giuseppe Giordano, ordinario di Idraulica agraria all’università di Palermo; il giornalista Angelo Morello e la moglie Roberta, che dopo aver perso la figlia Livia hanno creato un’associazione in suo nome con fini sociali; Vincenzo Morgante, direttore di TV2000; Teresa Nicoletti, medico chirurgo, mezzosoprano e compositrice, fra l’altro dell’aria sacra “Padre Pino Puglisi, Anima Beata”; Massimo Toschi, insegnante e politico, che ha dedicato la vita ai poveri e alla pace, per nulla frenato dalla disabilità causata da una poliomielite contratta a undici mesi.

Un riconoscimento è andato anche ai rappresentanti delle forze dell’ordine e, sul palco, una targa è stata consegnata al prefetto di Palermo, Antonella De Miro, e una al questore, Roberto Cortese.

L’edizione di quest’anno è stata dedicata a tutti i bambini yemeniti che soffrono e in particolare ad Amal, la piccola morta per fame, a sette anni, qualche settimana fa, la cui foto era finita sul New York Times per sensibilizzare l’opinione pubblica a proposito di un conflitto dimenticato da molti.

Padre Antonio Garau, che organizza l’evento con l’associazione “Giovani 2017 3P” presieduta da Gemma Ocello, e il direttore artistico Francesco Panasci sono fin da adesso al lavoro per preparare la prossima edizione del premio, la numero 15.

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