L’AJAX FIORE MAGICO SPUNTATO SULL’ERBA

Ho seguito in mezzo secolo tutti i campionati, dalla D alla A, e spesso le storie minime dei Sessanta tornano sulla scena della memoria con evidenza d'attualità. Le respingo, talvolta, perché so che ai lettori, a molti lettori, risulterebbero poco interessanti mentre il campo è occupato da una Juventus che conquista otto scudetti di fila e annichilisce la storia di un gioco che ha ormai confuso i valori tradizionali – tecnica, tattica, fisicità – con il fatturato. Per fortuna ogni tanto spunta sull'erba un fiore magico che tutti attrae, mostrando quanta voglia vi sia, ancora, di calcio vero. È successo con il giovane Ajax che ha spento la gloria apparente della Juve dopo avere mortificato il Bayern e il Real. Ed ecco, puntuale, direi decennale, il dibattito sul Nuovo. Cos'è, questo Ajax impertinente, sfacciato, libero da lacci e lacciuoli tattici? Per tanti che non l'hanno mai visto è tout court l'erede dell'Ajax di Crujiff. Mancano i pareri di Rinus Michels e Nereo Rocco che il 28 maggio del 1969, cinquant'anni fa, sconfisse i lancieri olandesi 4-1 (e Crujiff c'era) concretizzando il motto che molti credevano scherzoso: "Vinca il migliore!", e il Paron, serissimo, "Speremo de no".

Cos'è il Nuovo Ajax l'ha rivelato ai docenti imparruccati Sinisa Mihajlovic quando ha detto ai suoi uomini, reduci da poche vittorie in coda a mesi di sconfitte: "Andate e giocate come l'Ajax, che va in campo con la testa libera, per divertirsi e per giocare a calcio". Il 3 a 0 inflitto alla Sampdoria di Giampaolo da un Bologna elettrico, corale e audace spegne i dibattiti e racconta che il campionato non è morto di Juve e anzi ha una vitalità dirompente proprio là dove si gioca la salvezza piuttosto che il posto in Champions, riservato non tanto ai migliori ma agli sconfitti lasciati dalla Signora a 20 punti (Napoli), 26 (Inter), 31 (Milan), 32 (Roma), 35 (Lazio). E la chiamano aristocrazia del calcio italiano riferendosi abusivamente alla stagione delle Sette Sorelle!

C'è una squadra che dal fondo rivela i valori di un tempo, la Spal di Semplici, ingiustamente sospettata di esser stata favorita dalla Juve battuta a Ferrara: era solo l'anticipo dell'Ajax. E c'è un episodio che la dice tutta sulla virtù delle ultime della classe: il Chievo retrocesso che va all'Olimpico e batte la Lazio. Ho il sospetto che Mimmo Di Carlo, gravato di penalità e di pensieri fin dall'avvio del torneo, abbia detto agli Asini Volanti: "Andate in campo con la testa libera e la voglia di divertirvi, come l'Ajax". E cosí fu.

E mentre le signore decadute si sfidano per un posto in Champions in un torneo di Ciapanò (parola di Costacurta) Frosinone, Udinese, Genoa, Bologna e Empoli (queste due in scena sabato) promettono le ultime vere e sane emozioni del gioco e della passione. Ricordate il Crotone di Davide Nicola? Mentre la Juve vinceva il suo sesto scudetto consecutivo, esibiva la performance più emozionante del campionato, salvandosi e realizzando più punti dei Campioni nel girone di ritorno. Forse ci risiamo.

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