LA FISICITÀ GATTUSIANA DEL MILAN DOPO LE MANITE DI NAPOLI E INTER

Anni fa Santa Madre Chiesa avanzò sommessamente la proposta di riavere la Domenica occupata interamente dal calcio. Ricordo che si oppose più d'altri Tavecchio, presidente dell'allora potente Lega Dilettanti. Ci ho ripensato ieri: visto il programma, culminato con la visione di un Milan inguardabile, premiato da una fortuna sfacciata, potremmo veramente restituire la Domenica ai santi e lasciare ai fanti gli altri giorni della settimana peraltro già occupati da anticipi, posticipi, recuperi, Coppe e Coppette. Di notevole, questo Milan, ha acquisito soprattutto una fisicità gattusiana, ovvero evidente ma scomposta, forzuta ma insofferente a regole e misure. Inadeguata a un possibile ritorno di Montolivo ch'è rimasto in panchina con gli occhi sbarrati dallo stupore. E tuttavia di "Ringhio" c'è il carattere, lo spirito… resistenziale che produce, guarda un po' come con il Genoa, e sempre con Romagnoli, un successo clamoroso quanto ingiusto che punisce l'Udinese dell'ottimo Lasagna, più calciatore di Suso e Castillejo che ho visto sbagliare clamorosamente tiri in porta favorevolissimi; gli eccessi muscolari finiscono per influire sulla qualità dei pedatori visti in altre occasioni tecnicamente più dotati. Ma questa è – sento dire – la filosofia di Gattuso, in verità racchiusa in una parola impronunciabile.

Di notevole (si fa per dire) la domenica ha offerto una speranzosa goleada della Lazio di Immobile, le comiche di Ventura a Chievo e un evento particolare, il clamoroso successo del Torino a Marassi contro una Sampdoria che poche settimane fa era riuscita a battere il Napoli di Ancelotti, una sconfitta che potrebbe aver peso decisivo nella corsa scudetto. Mentre Giampaolo è tornato a mostrare l'incompiutezza dei suoi presunti capolavori, Mazzarri ha colto il successo dovuto a un lavoro straordinario e al recupero di Belotti, autore di una doppietta gradita anche a Mancini. Con le manite di Napoli e Inter e la resistenza della Roma a Firenze prima dell'impegno di Champions credo si sia formato stabilmente il trio dei rivali della Juve più accreditati. È quanto resta di emozionante in questo torneo che Agnelli, annoiato dai successi, voleva abbandonare, almeno secondo le clamorose rivelazioni di Wikileaks. Come non capirlo?

(ITALPRESS).

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