SCHERMA ITALIANA LEADER, SCARSO “IL LAVORO PAGA”

Un anno di successi, fra Europei, Mondiali e Coppa del Mondo. Ma davanti ancora tante sfide, in un 2019 che farà da prologo all’appuntamento più atteso, le Olimpiadi di Tokyo, con mamme all’arrembaggio e atlete di punta chiamate a scegliere su quale arma puntare per salire sul podio. Giorgio Scarso, presidente della Federscherma, non poteva chiedere di più all’anno che sta volgendo al termine. “Possiamo dirci assolutamente soddisfatti – confessa in un’intervista all’Agenzia Italpress – A tutti i livelli c’è stata un’affermazione dei colori italiani: basti pensare che a Parigi, per la premiazione dei vincitori in Coppa del Mondo, il 34% dei riconoscimenti è andato ai nostri atleti”. Ma quella è solo la punta dell’iceberg. “Ai Mondiali in Cina abbiamo vinto medagliere e coppa per Nazioni, idem ai Mondiali giovanili che abbiamo organizzato a Verona e anche ai campionati del Mediterraneo al Cairo i nostri colori si sono affermati. E poi ci sono anche i tanti successi in Coppa del Mondo under 20 che ci fanno ben sperare per il futuro, come soprattutto l’aumento del numero di atleti che partecipa all’attività nazionale”. Si può guardare avanti con ottimismo, anzi, “con realismo alla luce dei risultati che ogni giorno raccogliamo nelle gare a livello giovanile, coscienti che il lavoro paga”. Ma l’immediato futuro si chiama 2019. “Avremo le qualificazioni olimpiche e tutta una serie di appuntamenti in Coppa del Mondo, poi gli Europei a Stoccarda, i Mondiali a Budapest e i campionati del Mediterraneo che organizzeremo a Cagliari: la Fis – sottolinea Scarso – è impegnata a tutto tondo nella promozione, diffusione e crescita tecnica dei nostri atleti. E poi non dimentichiamo l’appuntamento di Palermo”, il riferimento agli Assoluti di giugno che per la prima volta si svolgeranno nel capoluogo siciliano.

 

 

Fra le protagoniste annunciate Elisa Di Francisca e Martina Batini, subito vincenti al rientro dalla maternità. “Ma questa è una peculiarità tipica della scherma – rivendica con orgoglio il presidente della Fis – La Vezzali che a Lipsia, a 4 mesi dalla maternità, vinse nel 2005 il Mondiale ha fatto storia. Batini e Di Francisca non sono da meno ed è questa la cosa bella del nostro sport. La scherma consente agli atleti di affermarsi a livello agonistico ma anche di avere una vita normale, perchè non sono macchine ma diventano mamme, papà e poi tornano in pedana. E’ un messaggio molto bello, il nostro non è uno sport asettico, che ama la performance a tutti i costi, senza supportare gli aspetti veramente importanti della vita. La scherma sa coniugare la vita privata con momenti agonistici di altissimo profilo”. Entro il 31 marzo, invece, Arianna Errigo dovrà scegliere con quale arma, fra sciabola e fioretto, andare a caccia di un posto a Tokyo. “Le abbiamo dato uno spazio di tempo per decidere cosa intende fare, come Fis non vogliamo imporre niente a nessuno ma chiediamo che ci sia razionalità nelle scelte – sottolinea ancora Scarso – La sua è una sfida che può affascinare ma, per la nostra esperienza, non è pensabile di poter aspirare a una doppia qualificazione olimpica, è una scommessa che non intendiamo portare avanti. Prenderemo atto della sua scelta e la rispetteremo ma la qualificazione olimpica avviene a squadre e una squadra ha bisogno di coesione e certezza e un’atleta che vuole immaginare di essere un punto di riferimento di due squadre è qualcosa di difficile e complesso”. Da Scarso, infine, una battuta sulla riforma del Coni che sta portando avanti il governo. “Più che una riforma, è uno spogliare il Coni – chiosa il presidente Fis – Come movimento avremmo preferito una condivisione del progetto, un tavolo di concertazione per smussare gli angoli e che avrebbe consentito al mondo dello sport di essere attore di questa riforma mentre invece la stiamo subendo. Mi auguro che il clima si rassereni e si trovino tempi e modi per far sì che questo nuovo modo di gestire lo sport sia vissuto come un passaggio condiviso e non come un’imposizione”.

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