LA VERA RIVALE DELLA JUVE È IL NAPOLI

Nel pistolotto introduttivo della stagione che sta per cominciare, non passiamo che parlare di un campionato forse (ma forse) “diverso”. Ma e’ il gioco delle parti. Probabilmente sarà invece molto simile a quello che si è concluso con l’ottavo scudetto (consecutivo) della Juventus. Fossimo nei tifosi, terremmo poco in conto quel che è successo nelle calde serate di amichevoli e nei tornei “acchiappasoldi”. Faremmo finta che non sia capitato nulla e che tutto cominci adesso, dalla prima giornata. Molto e’ infatti maturato piu’ fuori dal campo, che in campo. E qualche affare importante e’ ancora in fieri. Non stiamo qui a rivangare polemiche, finte polemiche, acquisti e falsi acquisti che hanno solo tenuto desta l’attenzione generale sotto l’ombrellone. Conte e Sarri hanno per esempio suscitato polemiche per aver preso posto su panchine che in passato avevano osteggiato (dileggiato?) pesantemente. Ma solo gli sciocchi e i facinorosi non hanno capito che nel mondo professionistico non esiste un ieri o un domani, esiste solo l’oggi: discussioni da “bar dello sport” di periferia. Noi preferiamo guardare piu’ all’imminente fischio d’inizio che all’arsenico e ai vecchi merletti.

Pochi parlano del Napoli, ma secondo noi quest’anno Ancelotti farà meglio, all’ombra del Vesuvio, specie se avrà Lozano: è già arrivato secondo senza discussioni…sotto il solleone, ci ha fatto impressione l’exploit del calcio femminile che ha creato un muovo “mercato” da sfruttare: giocatrici, allenatrici e arbitresse (straniere) hanno fatto irruzione in un mondo popolato esclusivamente dai maschietti. Ma, tornando a bomba e preso atto che Lukaku e qualche altro acquisto sono stati fra i pochi fatti concreti nella solita estate di chiacchiere, vediamo un pò cosa si profila all’orizzonte. Qualcuno ha forti dubbi sul fatto che la Juve, anche senza Allegri in panchina, partirà favorita ? Noi no. Oh, certo forse certe sconfitte patite al tavolo del mercato per mano del suo ex manager Marotta, ora all’Inter, hanno fatto pensare a una crescita degli avversari. Un nostro vecchio amico juventino, dopo aver inghiottito faticosamente l’arrivo di Sarri, ci ha ragguagliati: “Abbiamo rinforzato la difesa, non l’attacco”. E un irriducibile interista si è fatto scudo, oltre che della forza magnetica di Conte, dell’acquisto di Lukaku al posto “dell’inutile Icardi”, per giustificare la “crescita” nerazzurra.

poi: molti gli scontenti, pronti a sottolineare più gli affari falliti che quelli fatti. I “nomi” importanti in entrata sono stati De Ligt e Rabiot in casa Juve, Lukaku e Godin nell’Inter. Ma ancora non è finita e Dybala si è già fatto sentire fra i bianconeri. E quale sarà il ruolo di Ronaldo ? A questo punto i tifosi di altre fedi ci chiederanno delle loro squadre: Atalanta, Roma, Lazio, Milan, e di quel Torino che ha cominciato bene in Coppa. Noi chiediamo loro dove collocherebbero le loro squadre, se non sugli stessi gradini della scorsa stagione. Quindi più o meno il campionato che va a cominciare, avrà le stesse sembianze di quello dell’anno scorso, pelo più, pelo meno. L’Atalanta avrà un Muriel e uno Skrtel in più, la Roma ha trattenuto Dzeko, la Lazio Milinkovic Savic e i rossoneri hanno impedito fughe importanti (Donnarumma), ma Piatek non segna più. Per il resto, si vedrà. Abbiamo sentito Mancini (Roberto, il ct) distribuire scudetti a destra e a manca. Lui ha fatto finora la politica dell’ottimismo e ha avuto ragione, visti i risultati che ha ottenuto. Ora sta puntando anche su Balotelli (Brescia). Speriamo.

Le nuove regole, nelle prime giornate, impegneranno gli azzeccagarbugli in una serie di distinguo che, essendo stati in passato tenutari della moviola RAI per qualche tempo, conosciamo bene: ognuno vuole “usarle” come gli fa comodo. Già la VAR ha cambiato molti aspetti del gioco e il calcio sta diventando un’altra cosa, rispetto al passato. Siamo al “risultato tecnologico”: lo accetteremo ? E’ il mondo che si evolve e delle novità occorre prendere atto senza scandalizzarsi, anche se ai sopravvissuti del calcio di mezzo secolo fa, tanti cambiamenti fanno impressione e si chiedono se questo è lo sport che hanno amato. La risposta è no. Un caro saluto, infine, a Felice Gimondi, che trovavamo in tribuna a Bergamo per tifare Atalanta: grande atleta, grande uomo.

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