IL DRAMMA DI MIHAJLOVIC IN MEZZO A UN MERCATO SENZA PIÙ MECENATI

Al centro della scena, in questo momento, non le prime pallonate e i primi gol ma l’uomo Sinisa Mihajlovic. Fra tanti finti problemi che riempiono di chiacchiere le pagine dei giornali, il vero dramma del serbo, che ha colpito tutti. Un uomo cosi’ forte e cosi’ debole, un calciatore dal tiro formidabile su punizione, un allenatore che ha dato sempre un’impronta al proprio lavoro, un padre di famiglia che ha trovato in Italia la sua seconda patria. Ha sei figli e un po’ tutto il mondo del calcio, che verso di lui nutre dei sentimenti contrastanti, e’ rimasto scosso dalla notizia della sua leucemia. Auspicando che Sinisa torni quello di sempre, con il suo coraggio e le sue polemiche, certe sue frasi hanno colpito. Ha usato parole calcistiche contro la propria malattia: la sconfiggero’. Speriamo che trovi la tattica giusta. Quando si parla di problemi piu’ grandi di noi, e’ difficile parlare di pallone, attrezzo ludico che prevede solo rimbalzi irregolari. Cercheremo di dare uno sguardo al momento attuale del calcio, che ci sembra decisamente interlocutorio per diversi motivi. Anzitutto, la campagna acquisti e’ nel guado e quindi non si puo’ dire chi si e’ rafforzato e chi no.

Alla fine forse (e sottolineamo “forse”) potremo tirare le somme, formulare ipotesi, azzardare qualche pronostico. La situazione non e’ cambiata di molto, rispetto allo scorso anno. Solo la Juve ha fatto acquisti “internazionali” (Ramsey, Rabiot, De Ligt salvo sorprese). Ma il re bianconero e’ rimasto Ronaldo. Poi c’e’ l’Inter, che sta cercando di colmare il gap fra se’ e la Juventus, grazie a personaggi che in passato avevano “costruito” la squadra bianconera come Conte e Marotta, esuli loro malgrado e in cerca di rivincite sotto un’altra bandiera. E’ stata una virata importante, quella nerazzurra, con decisioni pesanti, come quella di rinunciare a Icardi e Nainggolan. A sua volta, il club juventino sta cercando di rafforzarsi per poter ottenere quelle soddisfazioni internazionali che gli sono state negate dalla superiorita’ di inglesi, spagnoli e tedeschi che vivono in mondi economicamente diversi, dove sceicchi e magnati russi hanno investito a piene mani. Oggi e’ difficile fronteggiare Inghilterra e Francia, dove l’alta finanza ha dato aiuti consistenti come in Germania mentre il Barcellona col suo Messi combatte sul fronte dell’indipendenza e fronteggia il Real Madrid, “conservatore” e le banche fanno la loro parte, anche nell’ambito pallonaro.

Insomma, di cio’ si tratta. Da noi, le difficolta’ economiche, il clima politico e la mancanza di una forte classe imprenditoriale in grado di investire senza limiti, costituiscono un ostacolo notevole per un effettivo salto in avanti verso un’eccellenza calcistica in campo internazionale. Si va avanti con l’ingegno, la furbizia e talvolta con i sotterfugi, mentre qualcuno resta ancora nel dorato mondo del calcio per lucrare grazie alla plusvalenze e stratagemmi di vario genere. A noi dispiace molto che sia il danaro l’unico punto di riferimento per vincere, nel calcio d’oggigiorno, ma piu’ o meno e’ stato sempre cosi’. Solo che una volta c’erano le grandi famiglie e i grandi imprenditori (Agnelli, Moratti, ultimamente Berlusconi, Mantovani) in grado di fronteggiare la situazione per spirito mecenatistico o per motivi d’orgoglio e di interesse personale, oggi gli investimenti sono diventati troppo onerosi e solo la Juventus, in qualche modo, e’ in grado di stare seduta al tavolo dei “grandi”, in attesa di vincere qualcosa. Altri club si son rivolti agli investitori stranieri e solo i cinesi hanno risposto adeguatamente, per ragioni di espansionismo economico extrasportivo, alle necessita’ dell’Inter.

Altri ancora si stanno arrangiando grazie ai capitali non molto cospicui di capitani di ventura che spesso sperano di venire a guadagnare da noi. Poi c’e’ l’Atalanta, autentico “miracolo” tecnico e economico, che giochera’ a San Siro, in Champions, in attesa del nuovo stadio. Prendera’ il posto del Milan, escluso dalle Coppe e in grado solo di cercare di tamponare una situazione difficile: un’offesa, per il nostro calcio. Muriel e’ stato la novita’ dei bergamaschi: Gasperini fara’ con gli uomini che finora hanno stupito, in attesa di qualche novita’. Detto questo, ovviamente con il beneficio dell’inventario perche’ nel calcio le sorprese sono dietro l’angolo, dando uno sguardo alle prime pallonate e tenendo un occhio puntato sul tabelloni degli acquisti, finora non si puo’ che pensare ancora a una Juve da battere e a un’Inter che si proporra’ come avversaria principale insieme con quel Napoli che ha perso contro il Benevento di Inzaghi (ex allievo di Ancelotti), ma e’ rimasta la prima rivale (a distanza) dei bianconeri. Ogni campionato comincia pero’ da zero e la volontà di Conte di rivaleggiare con la sua ex squadra sara’ gia’ un elemento molto importante. Il sergente di ferro nerazzurro, in attesa di Lukaku, fara’ la guerra con Godin e i vari Barella, Sensi e Lazaro. Siamo curiosi di vedere cosa potranno combinare le romane: la conservatrice Lazio ha cercato di rafforzarsi con Vavro in difesa e Lazzari piu’ avanti, avendo gia’ il gioco che Inzaghi le ha dato. Fonseca dovra’ invece rigenerare dalle basi la Roma e con sappiamo se riuscira’ nell’impresa con Spinazzola e Diawara, oltre al portiere Pau Lopez. Insomma, gli sperticati entusiasmi che abbiamo avvertito sotto gli ombrelloni, ci sembrano fuori luogo.

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