PIERRE CARNITI ANTICONFORMISTA DA AUTENTICO CISLINO

È morto Pierre Carniti, il segretario della Cisl degli anni ottanta e protagonista di primissimo piano dell’autunno caldo degli ultimi anni sessanta. Erano gli anni a ridosso della ricostruzione del paese dalle macerie materiali e morali provocate dalla seconda guerra mondiale, e i salari, il tenore di vita, e i dirittti sociali, erano lontanissimi da quelli di oggi. Intanto in quel momento storico, l’economia italiana, grazie ai bassi salari, alla innata voglia degli italiani di progredire, ottenne quello che fu definito il ‘boom economico italiano’. Avevamo ritmi di crescita come quelli della Cina odierna, e Carniti fu un protagonista di primissimo piano per la battaglia di equiparazione dei salari e diritti sociali dei paesi più avanzati dell’occidente.

L’azione del Sindacato tutto, fu da lui così tanto influenzato, che per la prima volta dalla nascita della Repubblica, la ‘piazza’ sfuggi al controllo del Partito Comunista. Quelle lotte, oltre al miglioramento importante del tenore di vita dei lavoratori, spinse il legislatore a varare, tra le polemiche, lo Statuto dei Lavoratori, come occasione per dare mezzi al Sindacato per compiere il volere dei Padri Costituenti, a realizzare concretamente uno strumento concreto per il riequilibrio dei poteri forti, allora come oggi, sempre in agguato per svilire il senso della Democrazia.

Poi negli anni 80, da capo della Cisl, ancora una volta, diede prova di anticonformismo, entrando in conflitto durissimo con la sinistra politica e sindacale sulla vicenda rovente della Scala Mobile. L’inflazione all’epoca era oltre il 20%, e falcidiava i salari dei lavoratori. La scala mobile che pure in altra epoca di inflazione bassa, risultava capace di restituire in breve tempo il salario eroso, con la dinamica impazzita inflativa, originava una sorta di rialzo continuo con danni generali sulla economia e i ceti meno abbienti. Anche in quella circostanza, la sua indole di sindacalista libero, e con l’aiuto dell’economista Ezio Tarantelli, poi ucciso dalle Brigate Rosse, come è accaduto tante altre volte dopo la scatenata campagna di odio della sinistra politica e sociale per altre personalità, fu d’accordo insieme a Giorgio Benvenuto della Uil, per un patto con il Governo di Bettino Craxi, per la soppressione della scala mobile.

Successivamente, il Pci promosse un referendum contro l’accordo, che perse soprattutto per la tenacia di Cisl e Uil. Lascia una eredità importante nel mondo del lavoro: il Sindacato è forza autonoma e non può schierarsi partiticamente, pena la sua perdita di autorevolezza tra i lavoratori che come si sa, possono avere le più disparate opinioni. Ma è importante anche il suo ‘anticonformismo dell’autentico cislino’, che non si è mai piegato alla comodità delle ammucchiate unitarie sindacali e politiche, a scapito della propria cultura; a costo anche di spaccature dolorose.

Raffaele Bonanni

Vuoi pubblicare i contenuti di Italpress.com sul tuo sito web o vuoi promuovere la tua attività sul nostro sito e su quelli delle testate nostre partner? Contattaci all'indirizzo [email protected]