SOGIN, NUOVA VITA PER I MATERIALI SMANTELLATI

Economia circolare, riduzione dei rifiuti e gestione dei rifiuti radioattivi con sistemazione nei depositi temporanei. Sono questi alcuni dei temi affrontati nel corso dell’evento «Economia circolare per il decommisioning nucleare», che si è tenuto presso la centrale nucleare del Garigliano, in provincia di Caserta. L’iniziativa – organizzata da Sogin, la società di Stato incaricata del decommissioning degli impianti nucleari e della gestione dei rifiuti radioattivi – è parte del programma della settimana europea per la riduzione dei rifiuti (Serr). Nel corso dell’evento, Sogin ha presentato i risultati per il recupero e riutilizzo dei materiali prodotti dallo smantellamento del rotore e dell’alternatore della turbina della centrale del Garigliano. «Sogin aderisce alla Serr con l’obiettivo di valorizzare il suo impegno nel ridurre l’impatto ambientale dello smantellamento degli impianti nucleari. Questa attività è spesso associata, nell’immaginario collettivo, alla sola produzione di rifiuti radioattivi. Come nel caso della turbina del Garigliano, invece, gran parte del materiale smantellato viene recuperato e riciclato. Un modello di economia circolare che stiamo integrando in modo strutturato e sistematico nella progettazione di tutti i lavori di decommissioning», ha spiegato Luca Desiata, amministratore delegato di Sogin.

Desiata ha inoltre illustrato le tre direttrici Sogin, che prevedono «la minimizzazione del quantitativo di rifiuti radioattivi; la separazione, il riutilizzo e il riciclo dei materiali e l’attuazione di politiche di miglioramento delle performance ambientali». Tutto il materiale prodotto dallo smantellamento del rotore e dell’alternatore, circa 400 tonnellate, verrà allontanato dal sito, dopo essere stato opportunamente controllato. Il 96% dei componenti di ferro, rame e plastica verrà trasferito in centri di recupero e di lavorazione per essere reinserito nel ciclo produttivo. I trasporti saranno effettuati in 4 allontanamenti dal 20 al 27 novembre, come confermato da Alfonso Maria Esposito, responsabile Sogin disattivazione della centrale del Garigliano.

La centrale del Garigliano, oggi di proprietà di Sogin, è stata aperta nel 1964, per poi subire uno stop delle attività nel 1978. Due anni dopo, Enel, allora proprietaria dello stabilimento, valutò poco utile economicamente la riapertura della centrale, chiusa definitivamente nel 1982. Il costo complessivo dello smantellamento, che dovrebbe giungere a termine nel 2026, è stimato in 380 milioni di euro.  Le operazioni di smantellamento, spiega Esposito, sono portate avanti da 60 dipendenti Sogin con il contributo di alcune ditte esterne.

 

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