VIVA L’ITALIA, RASPADORI-GOL E TRICOLORE NAPOLI SEMPRE PIU’ VICINO

Raspadori ha segnato il gol della vittoria. Viva il Napoli. Viva l’Italia. Di Maria e Vlahovic, partiti dalla panchina, avevano appena provato a omaggiare la loro Signora. Inutilmente. Anzi, i loro gol sbagliati hanno risvegliato un Napoli flemmatico. E Giacomino arriva giusto nel gran finale a mettere la sua attesissima firma su una vittoria che avvicina lo scudetto. La partitissima non è bellissima, è di cartello soprattutto per tradizione. Ma la Snai – che ha già pagato le scommesse pro Napoli – ha annunciato che la grande sfida del ’23-’24 sarà la stessa, Napoli vs Juve.
Finalmente una buona notizia per il Napoli che ha ritrovato fiducia in se stesso. Non di più. Restano visibili le ferite inferte soprattutto all’orgoglio dal Milan, senza le quali avremmo visto negli azzurri più rabbia, più determinazione. Ma in fondo avevano davanti la Juve che di rabbia vive da quando le hanno tolto 15 punti e non ha ancora – giustamente – realizzato di averli riavuti indietro. E averla sconfitta con i nervi distesi è una bella soddisfazione.
Viva Raspadori – dicevo – viva l’Italia. C’è un motivo speciale. Una volta guadagnate le semifinali, Inter e Milan si sono messe a correre battendo Empoli e Lecce. Juve, Roma e Fiorentina hanno fatto il resto. E Mou un figurone: si muove bene su due piazze. Così è ufficiale: quando entra in ballo l’Europa l’Italia non conta. Quasi come in politica. Bello, giusto, andiamo orgogliosi di questo successo europeo. Basta non pensare alla pochezza della Nazionale costretta a giocare solo con gli italianuzzi rimasti a disposizione di Mancini più un argentino sollecitamente nazionalizzato. Se vale il discorso del campionato ridimensionato, ridimensioniamo per sempre anche la Nazionale. O andiamo a cercare altri oriundi. L’Argentina n’è piena. Fosse stato furbo, Dybala – cittadino italiano per via di nonna napoletana – avrebbe fatto bene a scegliere il Bel Paese. Che avremmo ribattezzato “il Bel Paese della Joya”. Una novità. Bastava che Paulo ricordasse l’italiano Icardi che sbagliò a scegliere l’Argentina. Non per colpa di Wanda, immagino.
I posti in Coppa sono stranieri, agguantati con formazioni che “ospitano” tre/quattro italiani al massimo. Non ne faccio una questione di etnia – come va di moda dibattere – ma di intelligenza. Un esempio? Thiago Motta rivolta il Bologna come un calzino, riabilita Orsolini, vince e convince, pareggia col Milan, va a Verona…e presenta un inedito squadrone di undici stranieri. Fa una figuraccia, recupera troppo tardi tre italiani e l’unico quasi gol che poteva valere il pareggio è dell’Orso. Lo chiamavano SanThiago. Voglio vederlo con la Juve.
La mia presunta vena esterofobica – ho venerato i grandi campioni stranieri che qui giocavano trent’anni fa – segnala l’impresa di Leao che ha preso gusto a far gol bellissimi così come Pioli a esibire il contropiede. Almeno il gioco più bello resta “all’italiana”.
(ITALPRESS).

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